RACCONTI ZIBALDONE

Barba e capelli da Giuliano, a Borgunto

Stamani mi sono alzato presto, e sono andato dal mio fido parrucchiere Giuliano, a Borgunto, che apre alle 7! È venuto un acquazzone di 10 minuti, che faceva sperare in meglio… ma poi tutto si è asciugato in un attimo.

Giuliano ha 80 anni e ha cominciato a fare questo mestiere da ragazzo, in piazza Edison, finché suo padre lo ha richiamato per dividere la responsabilità del negozio che Giuliano gestisce ancora. Si trova a Borgunto, una frazione di Fiesole, la collina che domina Firenze, proprio nella strettoia quasi di fronte alla Casa del Popolo e vicino all’ormai unico carbonaio.

Quando il negozio è chiuso, non c’è un bandone metallico che lo chiude: le due ante sono rinforzate da pannelli di legno che conferiscono all’insieme, un aspetto “medievale”, insieme alla certezza della non violabilità, in quanto «indiretta proprietà della comunità locale».

Nel tempo è diventato un punto di riferimento per vecchi e giovani, che si alternano nelle generazioni, considerando Giuliano a volte un amico, altre un padre o un nonno.

Tornando al negozio, gli specchi sono fermati dalle classiche “conchigline” in ottone, ancora decorose e non arrugginite; un televisore (15-16 pollici) ad antenna, anni 70, è sempre acceso. Il quotidiano (rigorosamente “La Nazione”, insieme agli altri di carattere sportivo), viene recapitato prestissimo da un tipo che sembra il fratello più giovane.

L’argomento principale di cui si discute è il solito: la Fiorentina! Borgunto, come avverte chiaramente una scritta murale posta nella minuscola piazzetta adiacente, è un luogo “degobbizzato”, vale a dire, come quelli sedicenti “denuclearizzati” che manifestarono il proprio rifiuto alla presenza di impianti nucleari, che non accetta tifosi della Juventus, così vengono detti i sostenitori della squadra bianco nera. Ma la tolleranza è notevole: a una prima doverosa domanda sul futuro della squadra, per vagliare appunto la presenza di un eventuale “Gobbo”, se viene intercettato del disinteresse da parte del cliente si passa convenientemente ad altri argomenti…

Sugli specchi di fronte, ci sono varie fotografie: molte del nipote e della figlia, ma tante delle squadre della Fiorentina, e del Fiesole!, orgoglio di tutti i frequentatori.

È luogo di confronto e di riunione per tutti coloro che “passano di lì” ogni giorno, perché la sua presenza è sentita come una bussola di riferimento intorno alla quale si accomunano problemi, storie condivise, opinioni.

Nella bottega tutto risale ad una “ristrutturazione” degli anni 50-60: lavandini con bordo rialzato, rubinetterie in acciaio con pomelli a 4 razze; poltrone vecchia maniera (ma di assoluta comodità). Tutto intorno al piccolo ambiente è stato posto un rivestimento addossato alle pareti, fino all’altezza degli specchi, in materiale plastico “finto legno” che conferisce all’ambiente un aspetto familiare, pulito e rispettoso dei gusti di una volta.

E poi gli attrezzi del mestiere: l’unica cosa concessa alla modernità, è un “tagliapeli” elettrico, che Giuliano adopera per rifinire il taglio a forbice. Teli copripersona lindi ed impeccabili (che la moglie pensa a lavare e stirare) sono il “biglietto da visita”.

Ma il massimo della professionalità, viene espressa quando ha finito di tagliare e deve “rifinire”: prende un panno verde perfettamente pulito e stirato, che serve solamente per questa operazione (non si guarda a spese), lo appoggia intorno alle spalle rincalzandolo a modo, e poi con il rasoio leva i peli dal collo. Infine, aggiusta le ciglia con pettine e forbici, taglia i peli del naso e delle orecchie, e poi domanda cortesemente se si gradisce qualcosa sui capelli. Al diniego, “spoglia e spazzola”. Alla fine saluta cortesemente, e chiede 10 euro! Provare per credere!

Grande Giuliano da Borgunto!

Martedì, 27 giugno 2017

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