AMORE E DINTORNI VISIONI

Consigli molto erotici nell’Islam del XVII secolo

Un brano del XVII secolo tratto dall'Ars Amandi di Ni'Matul-lah Al-Gaza'iri e suggerito dalla sezione "Eccitazione colte" di "Filosofiga", sfata alcuni pregiudizi riguardo le forme d'amore che gli individui scelgono come più appropriate a sé, e quelli religiosi o razziali di oggi che prendono per lo più forma di islamofobia.

I pregiudizi non muoiono mai. Nè quelli sessuali, o più in generale riguardo le forme d’amore che gli individui scelgono come più appropriate a sé, ne quelli religiosi o razziali che oggi prendono per lo più forma di islamofobia. Nella sezione Eccitazioni colte di “Filosofiga”, il blog con cui TESSERE ha avviato una collaborazione, nel quale si parla senza mezze parole di sesso ed anzi con le doppie o triple parole del sapere e della cultura, un brano del XVII secolo tratto dall’Ars Amandi di Ni’Matul-lah Al-Gaza’iri, sfata entrambi i pregiudizi. Lo riproponiamo.

Il libro delle curiosità del coito è un manuale di consigli e aneddoti per praticare meglio il coito. È stato scritto da un dotto sciita nel XVII secolo in ambito islamico. L’Islam, checché se ne creda, ha partorito un fiorente filone di letteratura erotica e manualistica. Le autorità religiose si premuravano infatti che le coppie avessero rapporti sessuali soddisfacenti. Ritenevano che il piacere fosse fondamentale per la felicità quotidiana di entrambi.

In questo brano, una madre premurosa dona alla giovane figlia preziosi consigli su come fare impazzire il suo uomo a letto… Sicuramente meglio delle raccomandazioni sul bucato o sulla stiratura delle camicie! Non si tratta di un discorso maschilista, in cui la moglie deve servire il marito anche sotto le lenzuola, anzi. Una madre scaltra augura sempre il meglio a sua figlia, di cui conosce le insaziabili voglie, e le spiega il modo migliore per ottenerlo! Le insegna che l’arte della seduzione mantiene viva e unita la coppia, e, soprattutto, che se seguirà i suoi trucchetti ne ricaverà lei per prima un gran godimento! L’importante è che il genero pensi che lei si stia prodigando per lui e per placare la sua voglia!

Sappi, figlia mia, che non potrai legarlo a te con nessun altro vincolo che sia più forte di quello costituito dal coito anale. Se te lo chiederà, accostati a lui senza esitare e senza provare disgusto, poiché l’esitazione turba il cuore, e l’essere respinti è una circostanza irritante; e assecondalo in tutta la varietà di posizioni che desidera.

Se il tuo uomo non te lo chiede, sii tu così accorta da suggerirglielo; scopriti il didietro, e digli: «Signore, per farlo nel sedere si abbandona la casa e il podere»: a quel punto non riuscirà più ad astenersene.

Se invece è lui a desiderarlo, sdraiati sotto di lui scoprendo le natiche ed accarezzandole con le tue stesse mani, dicendo: «Son queste le uova nascoste, le gemme riposte». Egli allora non riuscirà più a trattenersi, e si ecciterà.

Altrimenti sollevati un poco, fino a trovarti carponi all’altezza del suo viso, e dimenati più che puoi: giuro su Dio che, anche se fosse più pio di Ibrahim Ibn Adham, a questo punto ti colmerà di insistenti profferte.

Sappi, figlia mia, che nel coito anale non esiste posizione più adatta ad affascinare il cuore e ad ammaliare la mente di quella a quattro zampe: fagliela provare una volta e ti amerà appassionatamente.

Ti raccomando, figliola, di lavarti bene, e di curare molto la pulizia; e sii sempre pronta per lui: quando vedi che ti guarda, o quando ti bacia, fa’ con lui ciò che ti ho raccomandato. Inoltre sta’ ben attenta a dove cade il suo sguardo e a dove si rivolge il suo naso: fa’ i modo che non debba odorare se non grati profumi, e non veda nulla di te che sia spiacevole e che possa meritarti un rimprovero.

Quando il suo membro ti penetra sii prodiga di lascivie, e pronuncia frasi audaci, e fra un atto di voluttà e l’altro digli «vita mia», «mia salvezza», «mio farmaco», «gioia mia», «mia speranza», «mia libidine», «mio godimento», «mio desiderio», «amore mio», «medico mio», «infilamelo», «fallo entrare», «introducilo», «mettimelo nel didietro», «ficcamelo», «penetrami», «fammelo bruciare», «rompimelo», «sfondamelo», «inondamelo», «perforalo», «spaccamelo», «assaltalo», «ahimè, le chiappe mie», «ahimè, mio deretano», «ahimè, buco mio», «mi hai uccisa», «mi hai distrutta», «mi hai sconquassata», «mi hai trapanata», «mi hai sbattuta», «sono morta», «sono a pezzi».

Intanto gemi, ansima e dimenati; se tuo marito si ferma sii tu ad agire, e se il suo membro esce dalla guaina prendilo con la mano sinistra e rimettilo al suo posto, insalivando l’ingresso del tuo ano, così che ti scivoli dentro facilmente non appena prendi a muoverti. E se egli non pensa a lubrificarsi il membro, prendi tu un po’ della sua saliva e spalmagliela sopra, poi afferragli la testa con la mano sinistra e strofinala per qualche istante contro l’orifizio del tuo ano, finché il suo anello non ceda; infine introducitelo pian piano nel didietro, fintantoché non entri per intero.

Se durante il rapporto tuo marito ti chiede: «Dov’è il mio membro?» tu rispondigli: «Nel mio didietro, e non lo lascio uscire neppure se m’imprigionano». E se ancora ti domanda «Dov’è il mio membro?», tu rispondigli: «Nella mia tana»; e se insiste: «Che cosa sta facendo?», allora digli: «Litiga con i vicini». Se poi ti chiede ancora dove sia, rispondigli: «Nel mio grembo»; e se ti incalza domandando che cosa vi faccia, tu spiegagli: «Carda il mio cotone». Se ti chiede: «Dov’è?», rispondigli: «Nel mio ombelico», e se domanda: «Che fa?» allora digli: «Mi pettina il ciuffo». Se ti chiede: «Dov’è?», rispondigli: «Nelle mie viscere», e se ti chiede: «Che fa?» digli: «Soddisfa le mie voglie». Se ancora ti domanda dove sia, digli che è nel tuo ventre, e se ti chiede che cosa vi faccia, rispondigli che paga il suo debito. Se ti chiede «Dov’é?», digli: «Dentro la mia pancia», e se ti domanda che cosa vi faccia rispondigli: «Riempie le mie parti basse».

Poi, a tuo piacere, emetti dei lamenti, e quando egli si avvicina all’orgasmo aumenta i gemiti, i singulti, i fremiti e i sussulti; e prima che spanda il suo seme devi dirgli: «Mettilo nella fessura, affondalo senza paura. Fallo versare nel deretano, ché dà salvezza e piacere sovrano».

Ni’Matul-lah Al-Gaza’iri, Il libro delle curiosità del coito. Ars Amandi.

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