Esiste una letteratura fantastica italiana, esiste un gotico italiano che non è solo imitazione scadente di stilemmi anglosassoni di successo senza vera conoscenza letteraria e possono compierlo anche giovani autori. Ne è un esempio il romanzo Leonardo Da Vinci e l’Uomo del disegno, di Luigi De Rosa, edito dalla fiorentina Libreria Salvemini.
Il romanzo è breve, lineare e di facile lettura per la pulizia e l’eleganza della scrittura, funzionale alla creazione di un’atmosfera peculiare: si tratta di un esempio di gotico italiano, che ha avuto i suoi araldi fra insospettabili come Fogazzaro e Calvino, conosciuti per produzioni mainstream, ed esponenti contemporanei come Valerio Evangelisti (a cui De Rosa assomiglia larvatamente).
La storia si svolge nell’Italia del tardo Quattrocento, al culmine del Rinascimento. Il punto di vista è quello di un protagonista d’eccezione, Leonardo Da Vinci, la cui esistenza viene turbata da una serie di eventi nefasti che fanno presagire quasi una malia ai suoi danni. Per capire la radice delle sue afflizioni, si affiderà ai suoi amici, tra cui compaiono nel romanzo altri numi tutelari del Rinascimento, fra cui un Niccolò Macchiavelli dalla battuta pronta, l’occultista Zoroastro da Peretola e Michelangelo Buonarroti, in un insolito ma divertente ruolo di rivale arcigno. È proprio il mistero che Leonardo deve risolvere a costituire l’anima del libro e a stravolgere l’apparenza di semplice eroicomicità dell’intreccio fanta-storico; la nobildonna Isabella d’Este entra in scena per assumere le vesti di primo antagonista e prepara la venuta di un altro antagonista del romanzo, che scombinerà la separazione fra le chiavi di lettura della storia “come ricostruzione” e della storia “come narrativa”, poiché il vero nemico è un segreto attorno al quale ruota il romanzo.
Nella romanzo di Luigi De Rosa si manifesta l’aspetto esoterico e simbolico del Rinascimento, non trattato a scuola, che attacca e sconvolge il normale paesaggio storico, costringendo Leonardo a far appello a tutte le sue capacità per fronteggiare avversari al suo livello intellettuale. E insieme al lettore affronta il senso stesso del Rinascimento, destinato a crollare contro il moto incostante della storia. La guerra politica diviene parallela a una guerra spirituale e purtroppo, anche se Leonardo riesce a respingere i suoi nemici, intuisce benissimo che il mondo umanistico e cattolico è destinato a perdere, nel lungo andare.
La bravura dell’autore si manifesta nel non perdersi mai in conversazioni pesanti, nel non guardare negli occhi in modo pretenzioso o moraleggiante il lettore, ma nel guidarlo attraverso le peripezie esteriori e interiori dei personaggi, inserendo idee e messaggi che rendono pregno il testo nel flusso della narrazione. Si potrebbe consigliare questo libro come esempio di una letteratura per ragazzi positiva e avventurosa che sembra estinta in Italia, non certo in senso riduttivo, ma anzi attribuendo al giovane autore serietà e intenti narrativi superiori a colleghi più vecchi di almeno una decina d’anni.
L’acquisto è consigliato anche agli insegnanti della scuola secondaria di primo grado, che vogliano far leggere un libro adatto a compendiare il programma di storia moderna, restituendo il senso intrinseco di un periodo della nostra Storia, vittima di malintesi.