LA DATA

11 maggio 1960

Per chi ha visto quel piccolo capolavoro che è Conspiracy, il film del 2001 sulla Conferenza di Wannsee, lui è il piccoletto che, agli ordini del generale delle SS Reinhard Heydrich, interpretato da Kenneth Branagh, dirige con gesti brevi e misurati la piccola orchestra di mostri in divisa che, nel gennaio del 1942, decise le modalità della “soluzione finale”.

Esperto in spostamenti di massa degli ebrei, organizzazione dei treni, logistica dei campi e contabilità dell’orrore, al termine della guerra riesce a far perdere le sue tracce rifugiandosi nelle campagne tedesche e, dopo essere passato sotto il nome di Riccard Klement dall’Italia, nel 1950 salpa alla volta dell’Argentina.

A Buenos Aires conduce una vita anonima e regolare fino a che, nel 1957, l’insondabile meccanismo della nemesi si mette in moto attraverso l’acume di una ragazza ebrea che, frequentando il figlio di Eichmann, si insospettisce per certi discorsi del giovane sul genocidio e ne parla con il padre, Lothar Hermann il quale, dopo aver collegato il cognome a quello del criminale nazista ricercato in tutto il mondo, informa il procuratore tedesco Fritz Bauer. Questi, preso atto delle pastoie del governo Adenauer, determinato a censurare le responsabilità del nazismo a poco più di dieci anni dalla fine del conflitto, rischiando l’accusa di alto tradimento passa l’informazione al Mossad, come raccontato in un altro splendido film, Lo stato contro Fritz Bauer, di Lars Kraume (2015).

Catturato dagli agenti del servizio segreto israeliano l’11 maggio del 1960, Adolf Eichmann viene segretamente trasferito in Israele, dove verrà sottoposto al giudizio del tribunale di Gerusalemme nel 1961: per la prima volta un criminale nazista si trovava di fronte alle testimonianze dei sopravvissuti allo sterminio, per la prima volta un processo veniva trasmesso in diretta TV, negli Usa e in Gran Bretagna, e il mondo finalmente, a 16 anni dalla fine della guerra, cominciava a parlare apertamente dell’Olocausto.

Quest’ultima parte della storia è raccontata in un terzo film, The Eichmann Show, sempre del 2015, per la regia di Paul Andrew Williams ed il bravo Martin Freeman nei panni del produttore televisivo Milton Fruchtman che orchestrò l’intera operazione. Viene condannato a morte e impiccato poco prima della mezzanotte del 31 maggio 1962, in una prigione di Ramla, in Israele; il cadavere viene cremato e le sue ceneri, caricate su una motovedetta della marina israeliana, disperse nel Mar Mediterraneo, fuori delle acque territoriali, mentre il secchio che le trasportava viene accuratamente risciacquato con acqua di mare perché niente di lui ritorni in terra d’Israele. Quanto al boia di Praga, quell’Heydrich con cui si è aperta questa storia, aveva incontrato il suo destino molto prima, nello stesso 1942, pochi mesi dopo la Conferenza di cui sopra, per le ferite riportate in un attentato ad opera di alcuni partigiani cecoslovacchi, con la collaborazione dei servizi segreti inglesi.

 

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