In questi giorni si sta disputando una delle corse ciclistiche a tappe più importanti del mondo, anzi insieme al Tour de France, una delle due classiche per definizione, il Giro d’Italia, detta anche Corsa in Rosa per il colore della maglia del leader, rosa come il quotidiano sportivo che la organizza, quest’anno alla sua 100esima edizione.
I numeri dei pettorali degli atleti vanno dal n.1 dell’italiano Vincenzo Nibali al 219 di Eugert Zhupa, atleta albanese. Ma un numero manca alla sequenza, il numero 108.
Durante l’edizione del 2011, terza tappa da Reggio Emilia a Rapallo, il corridore belga 26enne Wouter Weylandt perse la vita in seguito all’impatto con un muretto lungo la discesa di Passo del Bocco. Il suo pettorale era il 108. Dall’edizione successiva, in segno di lutto, il pettorale numero 108 è stato ritirato.
Dal 1909, data della prima edizione, ad oggi ci sono stati altri sfortunati incidenti: 1952 Orfeo Ponsin (ITA), 1976 Juan Santisteban (ESP), 1986 Emilio Ravasio (ITA).