TESSERE ha iniziato le sue pubblicazioni all’incirca un anno fa dando conto – su prezioso suggerimento di Anna Steiner che il logo di TESSERE, disegnato da suo padre Albe per l’11a Triennale di Milano del 1957, ha gentilmente concesso – delle iniziative che in giro per l’Italia vengono organizzate in occasione del Giorno della Memoria.
Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell’Olocausto: quel giorno, nel 1945, le truppe dell’Armata Rossa, impegnate nell’offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz e videro l’orrore.
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 1º novembre 2005, con la risoluzione 60/7, ha stabilito di celebrare il Giorno della Memoria il 27 gennaio di ogni anno. Una legge della Repubblica italiana, la legge n. 211 del 20 luglio 2000, ha recepito quella necessità con anticipo sulla comunità internazionale.
Ricordare quel giorno, ma di più ricordare, è importante. Lo sa chi non riesce più a farlo, perché qualcosa nel suo cervello gli impedisce di farlo. Ricordare quel giorno e ogni maledetto giorno che il calendario manda in Terra. Avere consapevolezza di quanto è successo.
Perciò TESSERE, con una apposita rubrica – “Memorie” appunto – dedica a questa facoltà mentale tanta attenzione. Al suo mantenimento ed alla sua perdita. Ai metodi per conservarla e ai meccanismi che la governano, alle istituzioni – le biblioteche, gli archivi, i musei – preposte a preservarla, ai suoi meccanismi bio-fisici e agli espedienti tecnologici o psicologici – i chip e gli esercizi mnemonici – utili a garantirla.
Che si tratti di Shoah, in primo luogo, o di altri cruciali pagine della storia umana, di neuroscienze, di archivistica, di ricordi degli anziani, di gap che la minano, TESSERE vorrebbe esserci, testimoniare, ricordare.
Iniziamo pertanto a ridare conto di quanto veniamo a sapere che viene organizzato in occasione appunto del giorno della Memoria, convinti che utile sia sapere cosa si fa lontano da noi per mantener desta quella consapevolezza. Avere idea che non si tratta di iniziative sporadiche, isolate, episodiche. Chi vuol aiutarci in questa testimonianza si faccia avanti, ce lo dica perché noi si possa dirlo, ce lo racconti perché noi si possa raccontarlo.