MEMORIA / E
In quanti, il 27 gennaio, avranno ricordato, con emozione, la giornata internazionale della Memoria? Tanti, penso.
Un giorno che assolutamente non va dimenticato, non solo perché è doveroso verso chi tanto ha sofferto ma, soprattutto, perché deve essere un dire mai più. Mai più dolore, mai più lacrime, mai più discriminazioni, mai più uomini che umiliano e uccidono uomini, donne, bambini, sentendosi superiori agli altri. Quante storie, quante lacrime, quanti dolori, raccontati da chi è riuscito a salvarsi da quel terribile periodo storico che è la vergogna per l’umanità. Come non ricordare il dolore e le paure di una bambina dal nome Anna Frank? Come non ricordare le testimonianze dei sopravvissuti e come non pensare a quanto ci ha raccontato un uomo dal nome Primo Levi? Quanti e quanti i nomi da ricordare, quante le offese alla dignità umana, quanti i sacrifici, le lacrime e quante le preghiere sussurrate a quel Dio di tutti o di nessuno, quante le braccia che stringevano forte per l’ultima volta un familiare, un amico. Certo, non bisogna dimenticare, dimenticare mai!
In questo giorno triste che, è memoria che porta vergogna all’umanità, da meridionale, non posso dimenticare e non ricordare l’inesistente giornata alla memoria per i milioni di meridionali che nel periodo storico datato settembre 1860 – agosto 1861, sono stati uccisi e deportati in quello che fu il primo campo di concentramento in Italia: Fenestrelle. Il mio pensiero va a quelle donne, bambini, uomini, che si sono trovati a combattere una guerra non dichiarata e giudicati colpevoli di aver difeso la propria terra. Come non ricordare Angelina Romano, nove anni, condannata e fucilata? Come non ricordare gli uomini e le donne, uccisi perché considerati violenti e pericolosi da un certo Cesare Lombroso? Come non ricordare?
Così come è giusto ricordare i tanti popoli nel mondo, che hanno subìto violenze, come non ricordare il genocidio del popolo Armeno, Indocinese, Sudanese, Cambogiano, Iracheno, del Ruanda e del Burundi, dell’America Latina e quanti altri e altri ancora.
Giorno della Memoria? O giorno delle Memorie?
Forse sarebbe più giusto ricordare tutti i popoli che hanno subìto e che hanno pianto, ricordare tutti, per dire mai più, mai più.
Francesca Gallello