CRITICA FILM

Se Eros non ha barriere

Quando pensiamo o parliamo dei disabili, ci limitiamo a porci  domande su l’abbattimento delle barriere architettoniche, quale carrozzina ultramoderna è più adatta a questo o a quello, il sostegno scolastico per i più piccoli e così via. Sono tematiche importanti che preoccupano sia il disabile sia la sua famiglia.

Ma abbiamo mai pensato alla sessualità di un disabile?  Questa società rifugge dal problema, che rimane spesso e volentieri all’interno della famiglia.

Un disabile ama come noi, desidera come noi, desida essere toccato e toccare l’altro, ha i nostri stessi impulsi ma spesso non sà come appagarli.

Questo tema è trattato con un’infinita delicatezza dal regista Giovanni Coda in Mark’s Diary lungometraggio tratto dal libro Loveability di Maximiliano Ulivieri ed è una coproduzione italo inglese (l’Università di Derby con l’Associazione LABOR).

 

In questo lavoro la voce del protagonista, la storia e le sue storie, sono trattate in una forma narrativa originale dove documentario, poesia, denuncia sociale, fotografia, danza, musica, si intrecciano.

La storia raccontata, da una voce narrante inglese e sottotitolata, è quella di Mark ed Andrew due ragazzi colpiti da una grave disabilità che ne limita i movimenti in modo quasi totale.

Il loro amore è impossibile da realizzare perché non hanno alcuna possibilità di poter entrare in una qualsiasi forma di intimità. Si affidano al sogno, così le loro emozioni e i loro sentimenti sono demandati a due personaggi di fantasia. Si susseguono momenti reali della loro vita quotidiana, con i momenti del sogno tutti accompagnati da una bella colonna sonora. La cura dell’immagine e la composizione sono molto accurate, derivanti dal fatto che Coda ha un passato da fotografo, ma non ci troviamo davanti all’accademia perché tutto scorre in maniera armoniosa.

La storia mirabilmente raccontata è la storia di tutti coloro che si battono per il diritto umano a realizzare la propria sfera di intimità e a intrattenere relazioni sotto il profilo psicoaffettivo, emotivo e sessuale anche per chi si trova in una condizione di ridotta autosufficienza a livello di mobilità e motilità o a causa di un aspetto fisico lontano dai modelli estetici dominanti e ritenuti attraenti.

Mark’s Diary ha ricevuto  quattro nomination al New Renaissance Film Festival di Amsterdam.

Un film che emoziona, che sbatte in faccia allo spettatore una realtà che viene nascosta da sempre per vergogna, per ipocrisia. In passato i disabili venivano nascosti tra le mura di casa, o internati in orribili istituti, oggi questo non avviene quasi più, ma restano alcuni tabù che resistono, uno di questi è il diritto ad amare.

Un film che non arriverà alla grande distribuzione, interessata al cinema di cassetta, ma invito tutti a cercarlo nei circuiti alternativi.

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