IL NUMERO

11

11 è l’articolo della Costituzione che così recita:

«L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo».

Tagli alla sanità, ai servizi pubblici, alle pensioni nel massimo sforzo per garantire l’impegno dei risparmi per le casse dello Stato, ma le spese militari italiane sembrano immuni da qualsiasi crisi economica.

Il rapporto Il Rapporto MIL€X 2018 mostra un incremento della spesa militare italiana: 25 miliardi di euro nel 2018 (1,4% del PIL), un aumento del 4% rispetto al 2017 che rafforza la tendenza di crescita avviata dal governo Renzi (+8,6 % rispetto al 2015) e che riprende la dinamica incrementale delle ultime tre legislature (+25,8% dal 2006) precedente la crisi del 2008. I costi della “servitù nucleare” legata alle spese di stoccaggio e sorveglianza delle testate atomiche tattiche americane B-61 nelle basi italiane (23 milioni solo per l’aggiornamento delle apparecchiature di sorveglianza esterna e dei caveau contenti le venti B-61 all’interno degli undici hangar nucleari della base bresciana) e alle spese di stazionamento del personale militare USA addetto e di mantenimento in prontezza di aerei e piloti italiani dedicati al “nuclear strike” (lo stesso acquisto del bombardiere nucleare F-35 da parte italiana, secondo il Pentagono, rappresenta “un fondamentale contributo al missione nucleare” americana). Spendiamo in armamenti e forze armate 68 milioni di euro al giorno, 2,8 all’ora.

In compenso, l’Italia è terzultima in Europa per spesa in Istruzione, il 4% del Pil. La Germania spende il doppio. Quello in cultura rimane il più grande disinvestimento settoriale. la spesa primaria per attività culturali e ricreative in rapporto al Pil risulta in Italia – nonostante lo straordinario patrimonio artistico e la ricchissima eredità culturale – decisamente inferiore a quella media dei Paesi Ue

Sul col morale! Una medaglia di bronzo ce la siamo comunque guadagnata per i dati sull’evasione fiscale: siamo terzi dopo Messico e Turchia.