IL NUMERO

12.000.000

Sono almeno 12.000.000 gli automobilisti colpiti dalle recenti misure antismog. Circa altrettante sono, infatti, le auto diesel che subiscono limitazioni alla circolazione dallo scorso primo ottobre. Il provvedimento tocca, per ora, le regioni del Nord Italia: Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.

Il blocco dei motori euro3 diesel – i veicoli immatricolati per lo più tra il 2001 e il 2005, che l’anno scorso potevano ancora circolare – è frutto di un accordo di bacino che riguarda la pianura Padana, siglato con il Ministero dell’Ambiente. La misura si applica fino al 31 marzo, dalle 7.30 alle 19.30, dal lunedì al venerdì, con una serie di deroghe per i veicoli di pubblica utilità e per le categorie svantaggiate.

All’interno dell’accordo, l’Emilia – non senza polemiche – blocca anche i veicoli a gasolio euro4 (anticipando una misura prevista per il primo ottobre 2020) e attende da questo provvedimento una riduzione del 60% delle emissioni inquinanti prodotte dal traffico urbano. Il Piemonte invece attua una deroga sugli euro3, ad eccezione di alcuni comuni, e si pone l’obbiettivo del blocco fino ai diesel euro4 al 2020. In Lombardia, le limitazioni riguardano Milano e altri 213 Comuni sopra i 30mila abitanti. Milano studia anche una “Low Emission Zone” che arriverà ai confini della città.

Secondo i dati diffusi da Arpav (l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Veneto) i “fattori NOx” – cioè i valori delle emissioni di ossidi di azoto, quelli che più incidono a livello di malattie respiratorie – hanno manifestato un netto calo dopo il blocco degli euro2 (- 2,3%). Secondo questa previsione, a parità delle altre condizioni, si passerà a un – 21,9% bloccando anche gli euro3.

Pare che l’inquinamento atmosferico preoccupi, del resto, gran parte degli italiani: secondo un sondaggio Lorien Consulting (presentato il primo ottobre a Roma, in occasione del convegno Green Mobility) il 94% dei cittadini intervistati è preoccupato per la qualità dell’aria, il 39% ne è molto preoccupato. La stessa Arpav tuttavia rileva anche che una quota rilevante dell’inquinamento dell’aria è da attribuire ai pm10 provocati dai riscaldamenti e dalla combustione delle biomasse legnose.

Ambizioso il progetto europeo di riduzione delle emissioni: nei primi giorni di ottobre il Parlamento europeo si è pronunciato a favore di un taglio del 40% delle emissioni di Co2 delle nuove auto entro il 2030, mentre sull’Italia pende tuttora la procedura europea di infrazione per i valori di smog negli anni 2006 e 2007, che vede nel bacino padano l’area di maggior criticità.

Il “Protocollo del Nord” si propone anche norme per ridurre le emissioni delle attività agricolo/zootecniche e favorire la rottamazione dei mezzi più inquinanti, con bonus regionali ad hoc, oltre che la non facile armonizzazione delle misure da applicare, in un territorio che da solo produce il 50% del Pil nazionale e dove vivono 23 milioni di persone.