White Plans, Contea di Wetchester nello stato di New York. In questa città di poco più di 56 mila abitanti, situata in una delle contee più ricche degli Stati Uniti, il 14 maggio 1984 è nato il fondatore del padre di tutti i social network.
Mark Zuckerberg, ha inventato e lanciato Facebook nel 2004, quando non aveva ancora compiuto 20 anni, e insieme ad altri quattro compagni dell’Università di Harvard (Chris Hughes, Andrew McCollum, Eduardo Saverin e Dustin Moskovitz) lo ha trasformato nella rete social più frequentata e diffusa al mondo: 2 miliardi di utenti al mese, secondo Vincos (il blog di Vincezo Cosenza dedicato alle nuove tecnologie, ai social e al merketing), ad oggi il social più diffuso in 119 Paesi del mondo tra i 149 presi in esame dal blog.
Faccia da bravo ragazzo, middle class del Nordest americano, enfant prodige del marketing quanto dell’informatica, cervello sopraffino, attitudini varie in varie discipline. La vulgata dice che conosca il francese, il greco antico, il latino, l’ebraico e il cinese, che sappia recitare a memoria svariati passaggi dell’Iliade e dell’Odissea. Ma oltre ad eccellere nelle materie classiche, già all’arrivo ad Harvard aveva una solida fama di programmatore. Il padre, infatti, lo aveva iniziato all’informatica già da ragazzino, aveva assunto per lui un insegnate privato e, quando ancora frequentava le superiori, lo aveva iscritto a un corso universitario di programmazione.
Oggi Zuckerberg, dal 2013 presidente e amministratore delegato di Facebook Inc., è uno degli uomini più ricchi e influenti del pianeta. Con un patrimonio stimato in oltre 61 milioni di dollari – ma la cifra oscilla a seconda delle quotazioni di borsa – è l’under 40 più ricco degli Stati Uniti e il quinto tra i paperoni al mondo. Nel 2010 la prestigiosa rivista “Time” lo ha nominato uomo dell’anno e “Vanity Fair” lo ha inserito nella top ten degli uomini più potenti al mondo.
Ma è anche un personaggio controverso e discusso, per le modalità con le quali alcuni dicono abbia “inventato” Facebook. Tre studenti di Harvard lo hanno accusato di aver scippato loro l’idea dal social network universitario, chiamato “ConnectU” e da lì di aver sviluppato il progetto di una rete universale. Il contenzioso si è risolto con un accordo e un risarcimento di 1 milione e 200 mila azioni di Facebook, del valore di circa 65 milioni di dollari. Anche l’ex compagno di avventura Eduardo Saverin ha intentato una causa a Zuckerberg e a Facebook affinché venisse riconosciuto il suo ruolo di co-fondatore della rete. Anche in questo caso il contenzioso si è risolto formalmente ed economicamente, benché non siano noti i termini della risoluzione.
Facebook e il suo fondatore sono, inoltre, accusati di evasione fiscale, ma Zuckeberg ha anche la fama di generoso filantropo, con oltre 1 miliardo di dollari donati in beneficenza. Suoi sono i 500 mila euro donati alla Croce rossa a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto del centro Italia nel 2016.
Sia come sia il ragazzo lentigginoso, la cui vita è già stata raccontata in un film, si può considerare secondo solo a Steve Jobs, il genio visionario e irascibile che ha trasformato le nostre vite e le nostre abitudini con con una “mela”e, forse, a Bill Gates, l’esempio vivente del “self made man” che ha creato un impero economico dal nulla e monopolizzato per anni il mercato del software, introducendo “finestre” come interfaccia per semplificare l’uso del computer. Anche Mark ha rivoluzionato le nostre vite, cambiando profondamente – c’è da capire se in meglio o in peggio – il modo di comunicare, e anche lui ha creato un impero dal nulla. In più è giovane e ha tutto il tempo per battere altri record.