IL NUMERO

14

Sono le tradizionali stazioni della Via Crucis, detta anche Via Dolorosa, il rito della Chiesa con cui si commemora il percorso doloroso di Cristo che si avvia alla crocifissione sul Golgota, dal momento in cui il tribunale di Pilato lo condanna fino all’atroce tortura e pena di morte che al tempo dell’Impero Romano era riservata a schiavi, sovversivi e stranieri, non potendo essere comminato a cittadini romani tanto era atroce e umiliante, «il supplizio più crudele e il più tetro», lo definiva Cicerone.

La Via Crucis viene celebrata dai credenti come momento di preghiera e riflessione nei venerdì di Quaresima – i 40 giorni dedicati al digiuno e alla penitenza che precedono la Pasqua – specialmente il venerdì santo, giorno del calendario liturgico dedicato appunto alla passione di Cristo.

Accompagnate da canti e salmi, le celebrazioni della Via Crucis sono rappresentazioni sacre diffuse in molte località già dal 5° secolo e poi riprese alla fine del 14° secolo soprattutto per opera dei francescani: tra le più antiche in Italia quella di Romagnano Sesia, in provincia di Novara, risalente al 1729, messa in scena da 140 personaggi vestiti nei panni dell’epoca; o quella di Trapani, di origine spagnola, databile al 1600. Ed ancora a Taranto, Marsala, Caltanissetta.

Il cammino penitenziale consiste nel passare davanti a 14 croci, o edicole, soffermandosi per meditare. Corrispondono a: 1) condanna a morte; 2) Gesù è caricato della Croce; 3) cade la prima volta; 4) incontra la Madre; 5) è aiutato dal Cireneo; 6) è asciugato dalla Veronica; 7) cade la seconda volta; 8) consola le pie donne; 9) cade la terza volta; 10) è spogliato; 11) è crocifisso; 12) muore; 13) è deposto dalla croce; 14) è sepolto. Ad esse si è recentemente proposto di aggiungerne una 15adedicata alla resurrezione di Cristo.

Il supplizio della crocifissione è molto più antico di quello impiegato dai Romani – alcuni documenti lo fanno risalire all’epoca babilonese – benché impiegasse un singolo palo o a una struttura a V rovesciata al posto della croce. Al condannato venivano spezzate le gambe con una mazza e dopo una lenta agonia moriva per soffocamento determinato dalla compressione del costato oppure a causa di collasso cardio-circolatorio.

Col termine Via Crucis si intende anche il complesso delle immagini che costituiscono le 14 stazioni e, in senso traslato, l’essere costretti a passare, con fatica e spesso scarsi risultati, da un luogo a un altro per essere ascoltati, per ottenere i propri diritti.

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