IL NUMERO

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È l’ipotetica percentuale di esseri umani viventi nel 2002 rispetto a quelli vissuti in ogni tempo. In cifre assolute i 6,2 miliardi conteggiati quell’anno rispetto ai presunti 103 miliardi e spiccioli che si sarebbero succeduti da quando è comparsa la vita sul pianeta Terra.

Altre stime più attendibili ipotizzano che il numero della popolazione umana vissuta in ogni tempo spazi tra i 90 e i 110 miliardi e che pertanto quella percentuale si attesti fra il 5,6 e il 6,8.

Del tutto sfatata è comunque la credenza diffusa negli anni Settanta del secolo scorso secondo la quale nel 1970 i viventi costituissero il 75% dei vissuti.

Il calcolo del più aggiornato e credibile rapporto è stato eseguito, e poi ovviamente aggiornato, nel 1995 da Carl Haub del Population Reference Bureau applicando tassi di natalità presunti ad ognuno dei diversi momenti compresi tra l’antichità e il presente.

La stima è tuttavia difficile essendo quasi impossibile definire con precisione, anche solo approssimando di un millennio, il momento della prima apparizione degli Homo sapiens rispetto ad appartenenti a specie anteriori, sulla base delle troppo discontinue testimonianze fossili. Inoltre dati statistici affidabili sulla popolazione esistono solo per gli ultimi due o tre secoli, essendo rari in precedenza censimenti accurati e dovendosi quindi basare su stime con margini di errore nell’ordine dei miliardi o addirittura delle decine di miliardi di persone.

È tuttavia utile ricordare che la popolazione mondiale ha raggiunto il miliardo fra il 1800 e il 1850 e da quel momento in poi è cresciuta progressivamente con l’idea stessa di progresso. Per sapere quanti siamo effettivamente non solo oggi, ma in questo preciso istante, tenendo conto di quanti nascono e quanti muoiono in questa frazione di secondo, si può consultare l’inquietante sito worldometers.