IL NUMERO

15

Il Cnr e dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia hanno scoperto 15 nuovi vulcani nel Mar Mediterraneo. Lo ha “raccontato” nei giorni scorsi il geologo Mario Tozzi, saggista e autore anche di programmi di divulgazione scientifica, sulle pagine del quotidiano “La Stampa”.

Come spiega Tozzi, «dove oggi c’è il Mare Nostrum, milioni di anni fa esisteva un grande oceano mesogeo, la Tetide, poi costretto progressivamente a contrarsi dallo scontro fra il blocco di crosta dell’Africa e quello dell’Europa (…).

Successivamente, in varie regioni del Mediterraneo centrale, si sono formati edifici vulcanici sottomarini che hanno eruttato milioni di metri cubi di lave e hanno costruito veri e propri colossali edifici. Come è il caso del Marsili e del Vavilov, di fronte alla Calabria, due veri giganti. In particolare il primo è il più grande vulcano sottomarino d’Europa, lungo oltre 70 km, alto 3 e largo quasi 30.

Ed è attivo. Come attivi debbono considerarsi tutti quei vulcani la cui attività non sia cessata da un paio di centinaia di migliaia di anni».

Quella che invece è stata recentemente identificata dai due istituti di ricerca è la Catena del Palinuro, attiva fra 800 e 300 mila anni fa e forse anche in tempi più recenti.

«È una scoperta importante, forse cruciale per comprendere come sia possibile la formazione di micro bacini oceanici, dovuti a forze di estensione della crosta, in regioni dove, invece, regnano la compressione e la collisione. Come abbiamo ricordato a proposito dello scontro tra l’Africa e l’Europa».

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