Ci sono film che oltre ad aver fatto la storia del cinema ancora non smettono di muovere l’animo delle persone. Frankestein Junior, nello specifico, continua a far ridere non solo chi lo guarda per la prima volta a quarantacinque anni dalla sua uscita, ma anche chi lo rivede più e più volte, anche se ormai lo sa quasi a memoria. Il film, ideato da Gene Wilder e diretto da Mel Brooks, lo hanno scritto assieme a quattro mani, e lo hanno girato in bianco e nero per fare il verso ad altri Frankestein molto famosi, come quelli interpretati da Boris Karloff negli anni Trenta.
La storia è semplice ed esilarante assieme, ben riassunta su Wikipedia, e rivisita in chiave parodistica le versioni cinematografiche del capolavoro di Mary Wollstonecraft Shelley, Frankenstein. The Modern Prometheus. Con Gene Wilder nei panni del dottor Frankestein, medico e celebre professore universitario nipote del famoso dottor Victor von Frankenstein, e Marty Feldman nei panni dell’imprevedibile aiutante gobbo Igor, nipote del vecchio assistente del nonno, che insiste nell’essere chiamato con la pronuncia “Aigor”, Frankestein Junior è un crescendo di colpi di scena che ruotano attorno alla scoperta che gli esperimenti del nonno non erano poi così peregrini, e che ridare la vita, per quanto ad un cervello abnorme, «Si – può – fare!».
Un articolo particolarmente interessante di Andrea Lo Bello per Openmag definisce Frankestein Junior un capolavoro di filologia cinematografica: «Sono insuperabili le citazioni in chiave comica tratte dalla serie di Frankenstein diretta quarant’anni prima da James Whale e da Rowland Lee: la “creatura” e la bambina; il cieco (un sorprendente Gene Hackman, che ha chiesto con insistenza un ruolo all’amico Wilder); “La moglie di Frankenstein” (con tanto di acconciatura elettrificata), interpretata da uno dei più grandi talenti comici femminili dell’epoca, Madeleine Kahn; l’inflessibile commissario capo della gendarmeria, Kenneth Mars, già co-protagonista nel 1968 di “Per favore non toccate le vecchiette”, con Gene Wilder e Zero Mostel, film con cui l’esordiente regista Mel Brooks vince l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale. Sono sicuramente gli attori uno dei punti di forza: nei ruoli principali, il protagonista è affiancato da Peter Boyle, persona incredibilmente taciturna nella vita, dunque perfetto per il ruolo del mostro silente; il popolarissimo caratterista inglese Marty Feldman che ruba la scena a tutti con il suo “Aigor”; l’assistente Teri Garr, che ha l’idea di convertire il suo personaggio all’accento tedesco; Cloris Leachman nel ruolo della diabolica governante Frau Blücher».
Frankestein Junior è stato inserito al tredicesimo posto nella classifica delle migliori cento commedie americane di tutti i tempi dall’American Film Institute, e in Italia è il DVD classico di maggior successo della storia dell’home video con mezzo miliore di copie vendute.