LA DATA

15 gennaio 1950

Finisce 0-0 una delle tante partite tra due squadre che storicamente si detestano: Fiorentina-Juventus.

Quel giorno i viola stavano per fargliela, infilando in finale di partita l’emozione di un sorpasso affidato alla palombella del mediano Augusto Magli che allungò una palla davanti alla porta bianco nera dove si trovava ben piazzato Egisto Pandolfini.

L’azione finì nel nulla perché – come magistralmente racconta oggi iniziando la sua collaborazione a TESSERE Fiorenzo Bucci nella rubrica Il personaggio – il “gobbo” Carlo Parola (così i tifosi viola chiamano chi indossa la maglia bianco-nera), fece un’acrobazia che ha fatto storia, impedendo che quella palla andasse in gol.

Fiorenzo Bucci

L’inimicizia tra le due squadre risale al 7 ottobre 1928, l’anno in cui il calcio italiano s’inventò la serie A e la serie B. Quasi un secolo. A Torino, fra le due squadre impegnate a qualificarsi per il passaggio di categoria, finì 11 a 0. L’umiliazione non è mai stata digerita ed è l’ingrediente di quasi 200 match fra campionato e Coppa Italia (1960, vinta dai bianconeri a Milano) .

Ma l’episodio che più infiamma la rivalità è del 1982. All’ultima giornata di campionato la Fiorentina è in testa a pari punti con la Vecchia Signora. Il 16 maggio scende in campo a Cagliari, e alla moviola viene annullato un gol a Graziani: risultato 0-0. In contemporanea la Juve gioca a Catanzaro: un calcio di rigore di Brady porta lo Scudetto a Torino. Franco Zeffirelli insulta pubblicamente Boniperti, il presidente della Juve, e dopo 6 anni, oltre a doversi digerire la sconfitta, dovrà risarcirlo per diffamazione.

Altri veleni nella finale Uefa del 1990. All’andata i bianconeri vincono a Torino 3-1. «Arbitro becco!», gridano i gigliati quando l’arbitro convalida, nonostante una presunta spinta su Pin, il gol del 2-1 di Casiraghi. Al ritorno i Viola sono costretti a giocare sul campo neutro di Avellino perché lo stadio Franchi è chiuso per lavori in vista di Italia ’90 e il Curi di Perugia, diventato per qualche mese stadio casalingo, è squalificato a causa dell’invasione di campo dei tifosi dopo la semifinale. Fatto è che lo 0-0 consegna alla Juve la Coppa.

A seguire c’è il tradimento di Roberto Baggio. Quando viene venduto dal suo agente, Antonio Caliendo, e cambia casacca a Firenze scoppia la rivolta. Gli ultras scendono in strada, danno fuoco ai cassonetti, assediano la casa del presidente Pontello, che finirà per vendere la società. Pochi mesi dopo, il “Divin Codino”, accolto dagli applausi dei tifosi viola, gioca una partita mediocre a Firenze in maglia bianconera, rifiutandosi di calciare un rigore e venendo sostituito. A bordo campo, in mondovisione, Roby raccoglie da terra una sciarpa viola tirata da un tifoso tenendola in mano fino agli spogliatoi. L’amore è amore.

Poi c’è il 5-0 della prima Juve di Conte a Firenze, la rimonta della Viola di Montella nel clamoroso 4-2 firmato da Giuseppe Rossi, gli screzi di mercato per Berbatov… alla prossima puntata.

Intanto gustatevi il racconto di Fiorenzo Bucci sull’icona delle figurine Panini e la (triste) storia di Corrado Banchi.

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