LA DATA

17 ottobre 1931

Il 17 ottobre  Al Capone, il nemico pubblico numero uno, viene condannato a 11 anni di carcere per evasione fiscale e al pagamento di un’ammenda di 80mila dollari.

Si chiudeva così la carriera di uno dei più grandi criminali della storia americana. Alphonse Gabriel Capone, noto anche con il soprannome di Scarface, lo “sfregiato” per una cicatrice che portava sulla guancia sinistra, era stato il capo indiscusso del crimine organizzato nella Chicago degli anni Venti.

Figlio di immigrati italiani, il vero cognome era Caponi, modificato per errore dall’anagrafe statunitense, aveva iniziato prestissimo la carriera di gangster. Astuto negli affari e spietato con i nemici, Big Al riuscì in pieno proibizionismo ad accumulare ingenti ricchezze con il business degli alcolici, grazie alle protezioni politiche di cui godeva. Nonostante tutto questo, per il fisco risultava “nullatenente”, ed è così  che, vista l’impossibilità di reperire prove per incriminarlo degli omicidi commessi, si decise di incastrarlo proprio sulle tasse.

Si arrivò al processo che durò sei giorni e dove la difesa di Capone tentò l’ultima disperata carta corrompendo la giuria: quest’ultima venne cambiata la sera prima della sentenza e per “Big Al” non ci fu scampo. Ebbe il massimo della pena prevista e fu rinchiuso dapprima nel carcere di Atlanta e successivamente in quello di massima sicurezza di Alcatraz. Qui si ammalò di sifilide, che lo portò a una condizione di demenza e lo consumò fino alla morte, nel gennaio del 1947.

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