IL NUMERO

175

Ci vogliono almeno due vite per scontare gli anni di carcere cui è stato condannato, nei giorni scorsi, Larry Nassar, il medico cinquantaquattrenne della nazionale statunitense di ginnastica.

Le accuse sono le più terribili: pedopornografia, molestie e abusi sessuali su almeno 160 ragazze, tutte minorenni all’epoca dei fatti. Per questo, la Corte di Lansing, nel Michigan, presieduta dalla giudice Rosemarie Aquilina, ha stabilito una condanna che va da un minimo di 40 a un massimo di 175 anni.

Dopo giorni di testimonianze sconvolgenti sugli abusi subiti dalle giovani atlete, da parte di quello che l’assistente procuratore generale del Michigan, Angela Povilaitis, ha definito «forse come il maggiore aggressore sessuale di minori nella storia», il giudice ha pronunciato la sentenza in diretta televisiva sulle maggiori emittenti americane. «È un mio onore e privilegio condannarla. Ho appena firmato la sua condanna a morte. Il suo prossimo tribunale sarà quello di Dio», ha detto a Nasser, che passerà in cella il resto della sua vita. Il gesto compiuto dal giudice Aquilina, di lasciar cadere a terra la memoria difensiva dell’imputato, poco prima della lettura della sentenza, è diventato un video virale sui social.

Il medico, una vera e propria autorità nel suo campo, avrebbe abusato delle sue vittime, tra cui anche bambine di 6 anni o poco più, con fredda e lucida dissimulazione, anche all’interno dell’ambulatorio dove le giovani atlete si presentavano del tutto ignare di quello che le aspettava.

Tra le vittime, le ginnaste vincitrici di medaglie olimpiche, come Simone Biles, Jordyn Wieber, McKayla Maroney, Jamie Dantzscher, Aly Raisman. «Anche io sono una delle tante sopravvissute – ha scritto la Biles sui social -. Per favore credetemi, è stato molto duro dire per la prima volta queste cose e scriverle».

La prima ginnasta ad accusare Nassar di abusi sessuali era stata Aly Raisman, poi è stato il turno di Gabby Douglas e di McKayla Maroney che aveva anche svelato di essere stata pagata per non rivelare quanto aveva ripetutamente subito.

Sulla federazione statunitense di ginnastica si è abbattuto un uragano di polemiche perché nessuno ha protetto le atlete e Nassar è stato licenziato solo un anno dopo le prime denunce, nel 2015. Lo stesso vale per l’Università del Michigan. Nassar è stato libero di collezionare 37 mila tra foto e video pedopornografici, molestando le bambine anche in piscina, del tutto indisturbato, fino all’intervento dell’Fbi.

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