LA DATA

19 agosto 1953

Il 19 agosto 1953 nasce il regista Nanni Moretti. Giovanni, detto Nanni, nasce a Brunico durante un periodo di vacanza dei genitori. Suo padre Luigi è professore universitario di epigrafia greca, la madre, Agata Apicella, dalla quale prenderà il cognome del suo alter ego, Michele Apicella, era insegnante in un liceo.

I suoi due grandi amori sono il cinema e la pallanuoto. I suoi miti sono Fellini, il primo Bertolucci, Ferreri, Olmi, «registi che come quelli della Nouvelle Vague rifiutavano il cinema ricevuto in eredità e la società ricevuta in eredità e che, attraverso i loro film cercavano di prefigurare un nuovo cinema e una nuova società». Alla domanda di un amico che nel 1972, dopo aver preso la maturità, gli chiese cosa volesse fare da grande, Moretti rispose che avrebbe voluto fare sia il regista sia l’attore, «una situazione di confusione che mi sono portata dietro per molto tempo».

Dopo gli studi classici, tenterà di lavorare come aiuto regista, quindi, a soli vent’anni, con il ricavato della vendita della sua raccolta di francobolli, acquista una cinepresa Super 8 e gira i primi due cortometraggi: La sconfitta e Paté de Bourgeois. In quel periodo i fratelli Taviani gli offrono una piccola parte nel loro Padre Padrone. Il primo lungometraggio, Io sono un autarchico, viene presentato al Film Studio e successivamente acquistato dalla Rai. Nel 1977 arriva il suo secondo lungometraggio Ecce bombo, che viene presentato in concorso a Cannes. Con Sogni d’oro del 1981 vince il Gran premio speciale della giuria della Mostra di Venezia.

La consacrazione giunge con Bianca e con La messa è finita, che vince l’Orso d’argento al Festival di Berlino. Nell’87, insieme all’amico Angelo Barbagallo, fonda la casa di produzione “Sacher Film”, dandole il nome dell’amatissimo dolce viennese, la Sacher Torte. Rifiutato al concorso ufficiale della Mostra del cinema di Venezia del 1989, il film Palombella rossa viene proiettato all’interno della settimana della critica.

A breve distanza segue il documentario La cosa sulla trasformazione del partito comunista italiano nel PDS. Nel 1991 la Sacher produce ll portaborse di Daniele Luchetti, nel quale Moretti interpreta la parte di un cinico ministro socialista. Il settimo lungometraggio, Caro diario, diventerà rapidamente un fenomeno di costume, conquistando un grande successo di critica, soprattutto in Francia dove Nanni verrà spesso definito come il nuovo Fellini del cinema italiano. Quindi arrivano i grandi successi più recenti: Aprile, del 1998, e La stanza del figlio che, a tredici anni di distanza dall’ultimo successo italiano, L’albero degli Zoccoli di Ermanno Olmi, vince la Palma d’oro al Festival di Cannes 2001.

Nel 2003 gira Il Grido D’angoscia Dell’Uccello Predatore – 20 Tagli D’aprile, un documentario in venti episodi di diversa durata che utilizza immagini del film Aprile, all’epoca non inserite nella pellicola. Infine, sempre nello stesso anno, dirige il cortometraggio The Last Customer, che racconta le storie della famiglia Gardini. Ha realizzato nel 2005 una pellicola ispirata alla figura di Berlusconi, dal titolo Il Caimano. Nel 2007 è uno dei registi chiamati a comporre il collettivo “Chacun son cinéma” e diventa direttore del Torino Film Festival, carica che ricoprirà per due anni; e nello stesso anno si separa dal socio Angelo Barbagallo. L’anno successivo, invece, è sceneggiatore e protagonista di Caos calmo, di Aurelio Grimaldi, che farà scalpore per un’inedita scena di sesso tra Nanni e Isabella Ferrari.

A Cannes, Moretti torna nel 2011 con Habemus Papam, il film che racconta di un pontefice neoeletto che non se la sente di affrontare quella responsabilità e che anticipa incredibilmente le dimissioni di Papa Benedetto XVI. Ma sulla Croisette Moretti sarà anche l’anno successivo come Presidente di Giuria, e al fine festival viene viene nominato Commandeur de l’ordre des Arts et Lettres dal ministro della cultura francese. Anche Mia madre, del 2015, è in concorso al Festival di Cannes. Il film racconta di una regista e di suo fratello alle prese con l’imminente morte della mamma.

Moretti, dopo la breve stagione dei girotondi e la proverbiale esortazione contenuta in una scena di Aprile, non farà più esternazioni sulla politica. Ha dichiarato: «Mi interessava un solo partito, quello di Federico Fellini, che quando avevo 15 anni era in contrasto con quello di Michelangelo Antonioni. La mattina andavo a scuola mentre il pomeriggio per me c’erano il Nuovo Olimpia, il Mignon o il Farnese, poi però la sera andavo in piscina a giocare a pallanuoto».

Il suo racconto della società italiana nelle sue trasformazioni sociali e politiche ha sempre offerto preziosi spunti di riflessione, anticipando in molti casi gli sviluppi futuri. Da giovane non voleva che gli si riconoscesse di essere riuscito a raccontare le atmosfere, le ansie, i tic, le manie e i discorsi e i luoghi comuni di tutta una generazione. «Se ci sono davvero riuscito sono onorato. È una fortuna. E anche un merito». Preveggente in più di uno dei suoi film, recentemente ha ricordato: «Due mesi dopo Palombella rossa crollò il muro di Berlino e venne giù tutto. Il portaborse anticipò Tangentopoli. Habemus papam? Il giorno che si dimise Ratzinger il cellulare impazzì. Al primo messaggio pensai a uno scherzo: non volevo crederci neanche io».