LA DATA

19 aprile 1937

Era il 19 aprile 1937 quando in Italia viene varata la prima legge “di tutela della razza” promulgata dal regime fascista. Il Regio Decreto Legislativo numero 880 era riferito in particolar modo a tutti gli italiani che vivevano nelle colonie italiane in Africa, Somalia, Eritrea, Etiopia e Libia, denominato “Sanzioni per i rapporti d’indole coniugale tra cittadini e sudditi”.

Con questo decreto l’Italia intendeva vietare il matrimonio misto e la pratica del “madamismo”, ovvero il concubinaggio con donne africane. Il regime da anni esaltava la superiore purezza della razza italiana, messa a confronto con tutte le altre razze considerate inferiori.

Mussolini intendeva dare un taglio netto ai matrimoni misti e dei figli nati da questi matrimoni, avendo l’assoluta necessità di una “politica demografica”, che salvaguardasse la razza bianca, e risolvesse il problema della denatalità, che per lui rappresentava una delle piaghe principali del Paese.

Gli italiani che si macchiavano della colpa di concubinaggio con una donna africana o, peggio ancora, di matrimonio rischiavano da uno a cinque anni di reclusione, in quanto commettevano il delitto biologico di “inquinare la razza” e il delitto morale di “elevare” la donna indigena al proprio livello, perdendo così il prestigio che derivava dall’appartenenza alla razza superiore. Fu proprio questo decreto ad aprire la strada alle leggi razziali contro gli ebrei promulgate nel 1938. Le stesse motivazioni pseudo scientifiche date per il decreto 880 furono poi riutilizzare per motivare le leggi razziali.

Quella delle leggi razziali, e della segregazione che ne consegue, attraversa la storia di tutto il mondo: dagli Ebrei, costretti a riunirsi nei ghetti, a quella dei neri; dall‘apartheid in Sudafrica (durato formalmente fino al 1994) a quello negli Stati Uniti, abolito con le grandi rivolte per i diritti civili di fine anni Sessanta.

Sarebbe un errore considerare queste leggi come appartenenti al passato e ce lo conferma la nostra storia più recente dove nella moderna Europa si stanno affermando in diversi paesi partiti xenofobi, così come le migliaia di chiilometri di filo spinato nel mondo, cui si sommano anche vari tentativi di revisionismo storico come nel caso di Marine Le Pen che nega la collaborazione del Regime di Vichy nello sterminio degli Ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. Insomma, i germi del suprematismo razziale, dell’intolleranza e dell’odio sono ancora vivi e vegeti, a noi l’arduo compito di non abbassare la guardia. Mai.