IL NUMERO

2.202

Sono 2.202  i casi di femminicidio avvenuti in Perú, negli ultimi nove anni. Questo terribile dato non è stato letto al tg della sera da uno speacker televisivo, ma da una stupenda ragazza in bikini, nel corso di una singolare protesta inscenata dalle candidate a Miss Perù 2017, che hanno raggelato la giuria e i telespettatori, raccontando le migliaia di casi nel loro Paese di violenze ed abusi commessi da uomini ai danni delle donne.

«Il mio nome è Camila Canicoba e rappresento il dipartimento di Lima. Le mie misure sono: 2.202 casi di femminicidi registrati negli ultimi nove anni nel mio Paese». Un’altra miss guarda dritto nella telecamera e dice, con voce forte e chiara: «Le mie misure sono: l’81 per cento degli aggressori delle piccole sotto i cinque anni sono familiari o persone vicine alla famiglia».

Domenica, 29 ottobre, l’hashtag #MisMedidasSon (Le mie misure sono…) è diventato subito virale. La protesta delle miss è stata sostenuta dagli organizzatori della manifestazione, che hanno permesso la denuncia, lasciando sfilare le ragazze accanto a gigantografie con i titoli dei giornali sulle violenze perpetrate ogni giorno. Solo nel 2016, in Perú, le donne sono state vittime di 124 omicidi e 258 tentati omicidi.

Ogni candidata, nei cinque minuti dell’intervista di prammatica, ha espresso il proprio punto di vista sugli abusi degli uomini, condannando la violenza in tutte le sue forme, quella fisica e quella psicologica, quella che si consuma tra le mura domestiche e nei luoghi pubblici e di lavoro. La Miss eletta, Romina Lozano, ha proposto di creare un database con le informazioni di tutti gli aggressori, «non solo i colpevoli di femminicidio, per permettere a tutte le donne di consultarlo e proteggersi».

Stavolta il pubblico non ha ascoltato dalla voce delle ragazze le misure di cui le ha dotate madre natura, bensí i numeri della sopraffazione, dell’assassinio e dell’infamia, per evidenziare che la vergogna non deve accomunare le vittime, ma i carnefici.

 

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