IL NUMERO

22.000

Sono 22.000 i libri della biblioteca di casa Leopardi.

La mirabile raccolta si deve al conte Monaldo, padre del Poeta. Già nel 1812 egli ebbe l’idea di formare e organizzare una biblioteca per i suoi figli, successivamente questa si arricchí tanto da spingerlo ad aprire la sua “libreria” anche agli amici e, soprattutto, ai cittadini recanatesi, come recita la lapide ancora conservata nella seconda sala:

FILIIS AMICIS CIVIBVS
MONALDVS DE LEOPARDIS
BIBLIOTHECAM
ANNO MDCCCXII

Nel suo testamento, il conte Monaldo Leopardi lasciò scritto di averla raccolta «con grandi cure e dispendj, non solo per vantaggio e comodo dei [suoi] discendenti, ma ancora per utile e bene dei [suoi] concittadini Recanatesi». Scrisse inoltre: «I Primogeniti pro tempore dovranno aprirla di quando in quando a comodo pubblico dei Cittadini, secondo la loro prudenza ed arbitrio».

Ancora oggi questa biblioteca è aperta al pubblico e alla consultazione dei suoi antichi testi. Ci piace pensare che lo spirito del Poeta, di Giacomo Leopardi, sia ancora lí, talvolta, magari per compulsare la Bibbia poliglotta, grazie alla quale, a 17 anni, imparò l’ebraico, con il supporto della versione in latino.

 

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