IL NUMERO

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Nel 1659, e per ben 22 anni, i puritani del Massachusetts misero al bando in Natale. Ebbene sì, oltre due decenni senza celebrare la “festa delle feste”, perché secondo il Tribunale generale dello stato americano, i festeggiamenti avevano perso ogni ispirazione religiosa e si erano trasformati in una occasione di bagordi, sbronze e comportamenti “peccaminosi”. Vietato anche prendersi un giorno di riposo dal lavoro, pena una salatissima multa.

Scrive la rivista on line “Linkiesta”, che ha pubblicato questa curiosità: «era un tentativo disperato per contrastare una festività che, all’epoca, sembrava più un Halloween senza fantasmi. I suonatori di musiche natalizie, oltre a gozzovigliare, erano protagonisti di una forma, anche violenta, di trick or treat: si recavano dalle famiglie più facoltose per chiedere cibo e bevande. Se venivano respinti, si vendicavano vandalizzando le loro case.

A quel punto, disgustati da quella babele di confusione e violenza, i puritani – molto sensibili poi al valore della proprietà privata – decisero di intervenire in modo deciso. Per fermare gli abusi collegati al Natale, conclusero in modo logico, era necessario proibire il Natale stesso. E così fecero, con un divieto che durò per 22 anni. E per i successivi duecento, anche dopo che venne ritirata la legge, il Natale venne trattato con sdegno e disprezzo.

Fu con l’arrivo dell’Ottocento che la festa si ammorbidì: divenne una celebrazione dei valori della famiglia e della pietà. A questo contribuì non solo l’impulso religioso, ma anche le favole di Dickens e poi la musica di Bing Crosby e i film di Frank Capra. Sotto la spinta del marketing e della modernità nacque il concetto di “magia” del Natale, con i ritrovi familiari, l’albero, le musiche e il presepio. Tutto quello che, per capirsi, si ritrova ancora oggi».

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