IL NUMERO

241

241 litri al giorno è il consumo medio di acqua, per ogni abitante in Italia, secondo il rapporto 2017 Le risorse idriche nell’ambito della circular economy, presentato da Studi Ricerche Mezzogiorno (Srm) nell’ultima giornata del Festival dell’Acqua 2017, che si è tenuto a Bari a ottobre dello scorso anno.

Con questi numeri, l’Italia è al primo posto in Europa per consumo giornaliero di acqua, considerando che i Paesi più virtuosi, quelli del Nord per intenderci, si fermano a 180-190 litri pro-capite. La European Environment Agency ha confermato il dato, stimando un indicatore di sfruttamento idrico (Wei) del 24%, che pone l’Italia al quarto posto dopo
Cipro (Wei del 64%), Belgio (32%) e Spagna (30%).

E la situazione è destinata a peggiorare, se non si interviene al più presto con interventi strutturali sulle reti idriche colabrodo, nei sistemi di approvvigionamento, ma anche con misure per il contenimento dei consumi, compresa l’educazione al risparmio dell’acqua nella vita di tutti i giorni. Solo per gli interventi sulle infrastrutture idriche occorrono 5 miliardi all’anno con un impatto sullo sviluppo economico, stimato in una crescita annua del Pil dello 0,5%.

«In prospettiva – si legge sul rapporto di Srm – i cambiamenti climatici aggraveranno ulteriormente le problematiche di carenza idrica e siccità; le previsioni al 2040 indicano per l’Italia una situazione di stress alto». Il problema dello spreco si differenzia, inoltre, tra nord e sud Italia: «i capoluoghi di provincia localizzati nel Mezzogiorno – spiegano gli esperti di Srm – realizzano complessivamente una perdita del 47%, che si confronta con il 34% del Centro-Nord. Se a livello nazionale nel 2016 il 9,4% delle famiglie ha lamentato irregolarità nell’erogazione dell’acqua, in Calabria e in Sicilia il giudizio sul servizio idrico è negativo per una famiglia su tre. Inoltre 816 delle 1.166 procedure di infrazione per il servizio di depurazione ha riguardato Comuni del Sud».

 

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