LA DATA

26 dicembre 1991

Il 26 dicembre 1991 il Soviet Supremo scioglie formalmente l’URSS, l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, l’enorme Stato federale che si estendeva tra Europa orientale e Asia settentrionale.

Sorto il 30 dicembre 1922 sulle ceneri dell’impero zarista dopo la guerra civile russa, era composto da 15 repubbliche socialiste, la più grande delle quali era quella russa, a sua volta suddivisa in repubbliche autonome.

Per tutto il periodo della sua esistenza fu il Paese più esteso del mondo con 22 402 000 km² di superficie, pari a poco meno di un settimo delle terre emerse, nonché il Paese più esteso d’Asia e d’Europa.

La distanza tra i suoi due punti estremi orientale e occidentale era superiore ai 10 000 chilometri (più di 90 gradi di latitudine); il suo punto più occidentale era l’Oblast’ di Kaliningrad (oggi in Russia), al confine con la Polonia, e quello più orientale il capo Dežnëv sullo stretto di Bering, che lo divideva dal continente nordamericano distante circa 80 chilometri. In particolare, una sua isola nello stretto, la Grande Diomede, dista solo 3 km dalla Piccola Diomede, appartenente agli Stati Uniti: si trattava della distanza minore tra le due superpotenze militari dell’epoca.

La dissoluzione dell’Unione Sovietica fu il processo di disgregazione che coinvolse il sistema politico, economico e la struttura sociale sovietica, compreso tra il 19 gennaio 1990 e il 26 dicembre 1991, portando alla scomparsa dell’Unione Sovietica, all’indipendenza delle repubbliche sovietiche e alla restaurazione dell’indipendenza negli Stati baltici.

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