Furono il neozelandese Edmund Hillary e lo sherpa Tenzing Norgay, nepalese, i primi scalatori a raggiungere la vetta dell’Everest. Era il 29 maggio 1953. Prima di loro avevano tentato l’impresa i britannici George Mallory ed Andrew Irvine, che arrivarono vicini alla vetta nel 1924, ma non tornarono vivi da lassù.
La neve e il vento avevano tenuto Hillary e Norgay fermi per due giorni al Colle sud, da cui partirono il 28 maggio accompagnati da Lowe, Alfred Gregory e Ang Nyima. La coppia di scalatori piantò una tenda a 27.900 piedi (8.500 m) quello stesso giorno, mentre il loro gruppo di supporto era tornato indietro. Il mattino seguente, Hillary scoprì che i suoi stivali fuori dalla tenda si erano congelati e passò due ore a scaldarli prima che lui e Tenzing tentassero l’ultima salita con un carico di 14 kg.
La scelta che fu determinante per l’ultima parte dell’ascesa e per il successo dell’impresa, fu quella di percorrere la parete rocciosa di 40 piedi (12 m), in seguito chiamata “Hillary Step”. Era lì che il neozelandese aveva individuato un modo per farsi strada tra la parete e il ghiaccio. Da qual momento il seguito fu relativamente semplice. Come ha raccontato anni dopo lo stesso Norgay, nella sua testimonianza The Dream Comes True, era stato Hillary a fare il primo passo sulla vetta più alta del mondo, nonostante che lo stesso Hillary avesse sempre specificato che entrambi avevano raggiunto la cima nello stesso momento.
Erano le 11.30 del 29 maggio, quando arrivarono sulla vetta dell’Everest a 29.828 piedi (8.848 m), il punto più alto sulla terra. Come diceva Hillary, «qualche altro colpo di frusta nella neve ferma e ci siamo piazzati sopra». Rimasero lì solo 15 minuti durante i quali Hillary scattò la celebre foto di Tenzing in posa con la sua piccozza. Viceversa, poiché lo sherpa non aveva mai usato una macchina fotografica, non ci sono immagini di Hillary che ne documentano la straordinaria impresa. In realtà, secondo quanto sostiene Tenzing nella sua autobiografia Tenzing. Man of Everest, quando si offrì di scattare la fotografia a Hillary, il compagno non volle. «Ho fatto cenno a Hillary che gli avrei fatto una foto, ma per qualche motivo ha scosso la testa: non voleva».
Come “offerta” alla montagna e testimonianza del loro arrivo, Tenzing lasciò cadere sulla neve alcuni cioccolatini, mentre Hillary piantò la croce che gli era stata consegnata da un altro esploratore britannico, John Hunt. Per dimostrare che avevano effettivamente raggiunto la cima, scattarono altre foto dall’alto della montagna, prima di intraprendere l’altrettanto pericoloso percorso di discesa, lungo il quale, la neve aveva ricoperto le tracce del loro passaggio.
La prima persona che incontrarono fu Lowe, che si era arrampicato per incontrali portando una zuppa calda.