IL NUMERO

535.000.000

Ammonta a 535 milioni di euro la somma che lo Stato “risparmierà” sul reddito di cittadinanza, grazie (si fa per dire) all’esclusione di almeno 90 mila famiglie straniere, cui non sarà erogato il “fatidico” assegno. Un requisito inserito all’ultimo tuffo, infatti, porta da 5 a 10 anni il periodo minimo di soggiorno in Italia per poter usufruire del beneficio.

Secondo le stime, questo ritocco porta il numero delle famiglie di stranieri potenzialmente destinatarie del reddito di cittadinanza da 241 mila e 154 mila, il 36% del totale. Questo, ignorando bellamente i dati Istat, secondo il quali l’incidenza della povertà assoluta tra gli stranieri è di sei volte superiore rispetto agli italiani. Così, raddoppiando il requisito della permanenza, circa 261 mila persone in condizioni di povertà non avranno diritto al reddito di cittadinanza, che invece spetta agli altri circa 500 mila stranieri in Italia da almeno 10 anni, con Isee sotto i 9.360 euro, che sottoscriveranno il Patto per il lavoro, pronti ad accettare un impiego fino a 250 chilometri di distanza da casa.