IL NUMERO

6

6 sono le interazioni che collegano una persona A ad un’altra persona B, qualunque essa sia sull’intero globo, cioè la possibilità di mettere in contatto due persone che non si conoscono grazie ad un numero di relazioni e conoscenze non superiore a 6. Questa è la cosi detta “Teoria dei Sei Gradi di Separazione”, espressa per la prima volta dallo scrittore ungherese Frigye Karinthy nel 1929.

Dopo un tentativo (fallito) di dimostrazione matematica da parte di due informatici di MIT ed IBM, nel 1967 lo psicologo statunitense Stanley Milgram ne tentò una empirica, cioè una dimostrazione sul campo, tramite un esperimento sociale, chiamata “Teoria del Mondo Piccolo”. Milgram chiese ad un gruppo di abitanti del Midwest di consegnare un pacchetto ad uno sconosciuto del Massachusetts: i pacchi arrivarono a destinazione utilizzando una rete di “separazioni” compresa tra 5 e 7.

In anni più recenti, in pieno boom di comunicazione globalizzata, lo stesso esperimento sulla rete sociale Facebook ha coinvolto 720 milioni di utenti e analizzato 69 miliardi di interazioni virtuali, arrivando a dimostrare che in un network iperconnesso, in cui cioè le interazioni possono anche essere esclusivamente virtuali, i gradi di separazione scendono a 4, per la precisione 3,74.

Tale risultato dimostra non tanto la teorica interconnessione assoluta in pochi “salti”, ma come l’evoluzione delle reti di comunicazione dal 1800 ad oggi abbia creato un fenomeno socio- matematico impensabile ed inesistente in un passato relativamente recente.

Su Radiotre Rai, da qualche anno è possibile ascoltare una interessante trasmissione musicale che si prefigge di collegare i sette pezzi proposti, musicalmente non uniformi (dal rock alla classica, dal Blues alla musica popolare), attraverso una rete di collegamenti che vanno dalla cronologia alle collaborazioni, dai titoli ai luoghi, chiamata, appunto, 6 Gradi.

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