IL NUMERO

75

La Commissione per la Costituzione, più spesso chiamata Commissione dei 75, fu una commissione speciale, composta di 75 membri scelti fra i componenti dell’Assemblea Costituente della Repubblica Italiana, che fu incaricata di elaborare e proporre il progetto di Costituzione repubblicana.
La commissione fu istituita il 15 luglio 1946 e avrebbe dovuto terminare i propri lavori entro il 20 ottobre dello stesso anno.
La commissione era presieduta da Meuccio Ruini, già presidente del Consiglio di Stato, e venne organizzata in tre sottocommissioni: la prima, sui diritti e doveri dei cittadini, presieduta da Umberto Tupini; la seconda, sull’organizzazione costituzionale dello Stato, presieduta da Umberto Terracini; la terza, sui rapporti economici e sociali, presieduta da Gustavo Ghidini. Fu inoltre istituito un comitato di redazione (detto “Comitato dei 18”) formato dall’Ufficio di presidenza della Commissione dei 75 allargato ai rappresentanti di tutti i gruppi politici. A tale comitato fu affidato il compito di coordinare ed armonizzare il lavoro prodotto dalle tre sottocommissioni.
Ruini impresse subito al lavoro preparatorio del progetto un ritmo veloce e ordinato. Sua fu l’indicazione preliminare dei temi di cui la commissione avrebbe dovuto, fin dal suo avvio, occuparsi (rigidità o elasticità della Costituzione; opportunità o meno di un preambolo; monocameralismo o bicameralismo; forma di governo) al fine di giungere alla formulazione di una costituzione che doveva essere «piana, semplice, comprensibile anche alla gente del popolo».
Ancora sua fu l’iniziativa di costituire, per collegare i lavori della prima e della terza sottocommissione, un comitato di coordinamento composto di 18 membri che, nel corso dei lavori, si sarebbe venuto a trasformare in un comitato di redazione, destinato a divenire il vero centro motore del processo costituente e a rappresentare formalmente, fino alla conclusione dei lavori, la commissione di fronte all’Assemblea. Da notare che di tale comitato vennero a far parte, nei vari momenti, ben nove docenti di materie giuridiche (Gaspare Ambrosini, Pieroi Calamandrei, Giuseppe Dossetti, Giovanni Leone, Moro, Mortati, Tomaso Perassi, Paolo Rossi, Egidio Tosato), e questo avrebbe indotto successivamente Ruini ad affermare, in un ricordo di tale fase preparatoria, che «la maggior parte dei cattedratici (presenti nella Commissione) erano giuristi» e che tra questi giuristi si trovava «il fiore dei costituzionalisti italiani».
I lavori della Commissione dei 75 si protrassero fino al 1º febbraio 1947. L’Assemblea costituente (presieduta dallo stesso Terracini, che aveva proprio in quei giorni sostituito il dimissionario Giuseppe Saragat), diede inizio alla discussione generale sul progetto di Costituzione il 4 marzo 1947 per concluderla con la definitiva approvazione il 22 dicembre dello stesso anno.
Il 20 dicembre 1947, viene presentato ai Deputati il testo coordinato dal Comitato di redazione sulla base delle votazioni avvenute in Assemblea.
Il 22 dicembre 1947 viene votato, a scrutinio segreto il testo definitivo della Costituzione della Repubblica italiana.
La Costituzione viene approvata con 453 voti favorevoli e 62 contrari.
Il 27 dicembre 1947 Enrico De Nicola, Capo provvisorio dello Stato, promulga la Costituzione della Repubblica italiana.
La Costituzione della Repubblica italiana entra in vigore il 1° gennaio 1948, secondo quanto stabilito dalla XVIII disposizione transitoria.
Alla fine la Costituzione che nacque con il voto del 22 dicembre 1947 fu la costituzione voluta e patteggiata dai partiti emersi dalla Resistenza e, in primo luogo, dai tre partiti di matrice ciellenistica – Democrazia cristiana, Partito comunista, Partito socialista – che alla Costituente, coprendo complessivamente il 75% dei seggi, venivano a occupare una posizione largamente maggioritaria. Ma alla costruzione del suo impianto i giuristi (e specialmente i giuristi più organicamente inseriti nella vita interna di tali partiti) ebbero modo di concorrere attivamente, esprimendo una cultura che, per i tempi, non poteva certo dirsi rivoluzionaria, ma neppure conservatrice, in quanto veniva a innestare gli istituti di un disegno nuovo su un tronco antico.
È alla cultura dei giuristi che va, quindi, riferita la definizione delle basi di quella “democrazia pluralista” e di quello “Stato costituzionale” in cui vengono tuttora a riassumersi i tratti più caratteristici del nostro ordinamento repubblicano: un ordinamento che, per l’equilibrata complessità delle sue componenti e la forza dei suoi valori, esprime tuttora un modello valido e originale nel panorama delle costituzioni moderne.
Questi i componenti della Commissione dei 75, suddivisi per gruppo politico di appartenenza:
Democrazia cristiana (26 membri):
Gaspare Ambrosini, Giuseppe Maria Bettiol (dal 10 aprile 1947 sostituisce Giacinto Froggio, dimissionario, che il 6 febbraio 1947 aveva sostituito Ezio Vanoni, divenuto ministro),  Pietro Bulloni, Giuseppe Cappi, Giuseppe Caronia (dal 22 febbraio 1947 sostituisce Giuseppe Togni, divenuto sottosegretario di Stato),  Giuseppe Codacci Pisanelli, Camillo Corsanego, Luigi De Michele, Francesco Dominedò, Giuseppe Dossetti, Maria Federici, Giacinto Froggio (dal 2 luglio 1947 sostituisce Umberto Tupini, divenuto ministro), Giuseppe Fuschini, Angela Gotelli (dal 6 febbraio 1947 sostituisce Carmelo Caristia, dimissionario), Giorgio La Pira, Giovanni Leone, Salvatore Mannironi, Giuseppe Micheli (dal 22 febbraio 1947 sostituisce Umberto Merlin, divenuto sottosegretario di Stato), Aldo Moro, Costantino Mortati, Attilio Piccioni, Giuseppe Rapelli, Ferdinando Storchi (dal 2 luglio 1947 sostituisce Amintore Fanfani, divenuto ministro), Emilio Paolo Taviani, Egidio Tosato, Tupini (Vicepresidente), Giovanni Uberti (dal 24 luglio 1946 sostituisce Giovanni Ponti, dimissionario).
Partito comunista italiano (13 membri):
Giuseppe Di Vittorio (dal 10 dicembre 1946 sostituisce Mario Assennato, dimissionario, che il 24 settembre 1946 aveva sostituito lo stesso Di Vittorio, dimissionario), Edoardo D’Onofrio (dal 27 febbraio 1947 sostituisce Umberto Terracini divenuto presidente dell’Assemblea Costituente), Antonio Giolitti (sostituisce dal 29 maggio 1947 Riccardo Ravagnan, dimissionario), Ruggero Grieco (Vice Presidente), Nilde Iotti, Vincenzo La Rocca, Renzo Laconi (dal 19 settembre 1946 sostituisce Fabrizio Maffi, dimissionario), Concetto Marchesi, Guido Molinelli (dal 30 maggio 1947 sostituisce Carlo Farini, dimissionario, che il 19 settembre aveva sostituito Giorgio Amendola, dimissionario), Umberto Nobile, Teresa Noce, Antonio Pesenti (dal 10 dicembre 1946 sostituisce Bruno Corbi, dimissionario, che il 24 settembre 1946 aveva sostituito lo stesso Pesenti, dimissionario), Palmiro Togliatti.
Partito Socialista Italiano (7 membri):
Leonetto Amadei (dal 10 dicembre 1946 sostituisce Giovanni Lombardi, deceduto, che il 25 luglio 1946 aveva sostituito Alessandro Pertini, dimissionario), Lelio Basso, Michele Giua, Ivan Matteo Lombardo, Pietro Mancini, Angelina Merlin, Ferdinando Targetti.
Partito Socialista Lavoratori Italiani (6 membri):
Alessandro Bocconi, Emilio Canevari, Eduardo Di Giovanni (dall’11 settembre 1946 sostituisce Alberto Simonini, dimissionario), Gustavo Ghidini (Vice Presidente), Edgardo Lami Starnuti, Paolo Rossi.
Partito Repubblicano (4 membri):
Giovanni Conti, Francesco De Vita (decaduto perché sottosegretario dal 22 dicembre 1947), Tomaso Perassi (Segretario), Oliviero Zuccarini.
Unione Democratica Nazionale (4 membri):
Aldo Bozzi, Giuseppe Paratore, Giovanni Porzio, Vito Reale (dal 16 giugno 1947 sostituisce Giuseppe Grassi , divenuto ministro).
Gruppo Autonomista (3 membri):
Giulio Bordon, Piero Calamandrei, Emilio Lussu.
Fronte liberale democratico dell’Uomo Qualunque (3 membri).
Francesco Colitto, Francesco Marinaro (Segretario), Ottavio Mastrojanni.
Gruppo Liberale (3 membri):
Bartolomeo Cannizzo (dal 14 dicembre 1946 sostituisce Gennaro Patricolo, dimissionario, che il 24 luglio 1946 aveva sostituito Ottavia Penna Buscemi, dimissionaria), Orazio Condorelli (dal 17 ottobre 1947 sostituisce Roberto Lucifero d’Aprigliano, dimissionario), Guido Cortese (sostituisce dal 27 giugno 1947 sostituisce Luigi Einaudi, divenuto ministro).
Gruppo Misto (3 membri):
Gustavo Fabbri , Andrea Finocchiaro Aprile, Meuccio Ruini (Presidente).
Democrazia del Lavoro (2 membri):
Mario Cevolotto, Enrico Molé.
Unione Nazionale (1 membro):
Pietro Castiglia.