Il 9 dicembre 1945 rimase gravemente ferito in un incidente stradale George Smith Patton, soprannominato “il generale d’acciaio”. Pur avendo riportato gravissimi traumi, il generale non smentì la sua fama riuscendo incredibilmente a sopravvivere altri dodici giorni.
Energico e arrogante, impulsivo ed eccentrico (amava girare con un revolver Colt dall’impugnatura in avorio e una cintura da cowboy), ma con grandi capacità di comando e strategiche, Patton ottiene la sua prima promozione per aver ucciso, durante la campagna del Messico del 1916-17, il braccio destro di Pancho Villa, Julio Cardenas, usando una mitragliatrice montata sopra un’auto. Durante la Seconda guerra mondiale guida le sue truppe in una serie di brillanti vittorie, dallo sbarco in Sicilia, alla battaglia di Normandia, fino al cuore della Germania.
Patton ha incarnato alla perfezione il mito dell’eroe americano rude e volgare, capace però di fare tutto quello che occorre per sconfiggere il nemico.
Anche gli USA, verrebbe da dire, amano spesso e volentieri presentarsi come i rudi difensori della libertà e della democrazia ad ogni costo, specie se il costo è altrui.
Chi volesse approfondire la vita di Patton può vedersi il film Patton, generale d’acciaio del 1970. Soggetto e sceneggiatura di Francis Ford Coppola e Edmund H. North, regia di Franklin Schaffner, vinse 7 Oscar.
