È il rapporto che lega i super-ricchi ai poveri. La torta delle disponibilità economiche mondiali è divisa in due: i primi se ne mangiano mezza, l’altra mezza gli altri. Ma i primi sono l’1% della popolazione mondiale, gli altri il 99%. Lo riafferma il nuovo rapporto dell’organizzazione non governativa britannica Oxfam di cui dà notizia “la Repubblica” nell’articolo intitolato Davos, ai ricchi sempre di più: l’1% di Paperoni ha come il restante 99%.
Spiega l’articolo che la spropositata disparità permane ma a un ritmo sempre crescente, tanto che «conti alla mano, ogni due giorni si registra l’arrivo di un nuovo miliardario».
Quell’insignificante manipolo «si arricchisce sempre di più: l’82% dell’incremento di ricchezza netta registrato nel mondo tra marzo 2016 e marzo 2017 è andato in tasca a questi Paperoni. Nemmeno un centesimo, invece, è finito alla metà più povera del pianeta, che conta 3,7 miliardi di persone».
Ecco, traduciamo in numeri: nel momento in cui viene scritta questa nota l’umanità conta 7.596.652.113 individui, persone come voi che state leggendo e che crescono al vertiginoso ritmo di 63.065 unità al giorno come si può constatare leggendo worldmeters. Esistono quasi 76 milioni (75.966.521) di “stronzi” che hanno nel portafogli gli stessi soldi che si dividono 7 miliardi e mezzo (7.520.685.591) di abitanti del pianeta Terra. E, attenzione, fra questi ultimi ci sono i ricchi e i poveri, quelli che hanno la barca al mare e la Porsche perché se li sono guadagnati e quelli che razzolano nei cassonetti della spazzatura per veder se trovano qualche straccio o aspettano che i mercati rionali chiudano per raccattare qualche carciofo buttato via.
È come se ci sedessimo a tavola in dieci per mangiare un tacchino e il convitato di pietra se ne servisse mezzo lasciando agli altri l’altro mezzo, che gli resti sul gozzo!
L’assurdo è poi che si parli di democrazia quando una maggioranza così schiacciante – assai più del 51% sufficiente a governare ed imporre il proprio volere – non riesce a ribaltare questo «presente stato di cose», la cui abolizione, diceva Karl Marx, è nient’altro che il comunismo, checché l’abbiano infangato in Unione sovietica prima che crollasse il muro.
Dell’argomento ho già scritto altre volte. Un articolo lo si può leggere qui nel mio blog “Guardare negli occhi l’assurdo“: ma si legga nel dettaglio quanto scrive “Repubblica” nell’articolo citato, in particolare riguardo alla questione lavoro su cui tanto ci ha detto Enzo Biagi in una “Frase” di TESSERE Rita Martinelli.