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Austria, maggioranza “in fumo”

Da breve, qui in Austria, si è insediata una nuova coalizione di governo tra i blu del Partito della libertà austriaco (FPÖ) e i neri del Partito popolare austriaco (ÖVP). I due leader si chiamano Heinz Christian Strache per i blue ed il giovanissimo Sebastian Kurz (appena 31 anni) per i neri.

Il primo è un uomo di mezza età, xenofobo di estrema destra, che parla molto bene in pubblico. Il suo elettorato è rappresentato per la maggior parte da benestanti di destra e dalla nuova classe operaia (seconde generazioni di immigrati dell’est Europa, tendenzialmente con bassi livelli di educazione) che temono di perdere il lavoro in vista di nuove ondate migratorie.

Kurz, invece, è il giovane primo ministro del partito conservatore dalla faccia pulita e per bene, possiede già esperienza politica come ministro dell’integrazione, e si crede che porti –probabilmente – una ventata di novità nella vita politica del piccolo paese d’oltralpe.

I due, sebbene profondamenti diversi, sono finiti a coalizzarsi per ovvi motivi di maggioranza, senza la quale non riuscirebbero a far passare leggi in parlamento. Nonostante ciò avere al governo un esponente di estrema destra del rango di Strache ancora spaventa e sorprende buona parte degli elettori.

Era già successo nel 2016 quando fu il turno di eleggere il Presidente della Repubblica, eletto in Austria direttamente dal popolo. Il verde Alexander Van Der Bellen vinse contro il candidato di estrema destra Norbert Hofer al secondo round dopo che le prime elezioni furono annullate per un presunto broglio elettorale, denunciato appunto dal collega Strache, il quale sosteneva che i voti pervenuti dai cittadini residenti all’estero per posta erano stati scrutinati in maniera illecita.

Ad ogni modo Van Der Bellen ha accettato recentemente, seppur di mala voglia, la nuova coalizione ed il governo scelto dal primo ministro Kurz, così che il gruppo si è insediato in parlamento regolarmente senza troppi intoppi.

Una delle prime promesse fatte post-elezioni dal tossico duo Strache-Kurz è stata quella di mantenere la libertà di fumo in bar e locali, mandando a carte all’aria il divieto tanto posticipato che sarebbe dovuto entrare in vigore nel maggio 2018.

In Austria, infatti – a differenza di quello che avviene in Italia dal lontano 2005, quando fu fumata in bar e locali pubblici, l’ultima sigaretta e divenne normale uscire fuori per accendersi la cicca – è ancora legale fumare in locali pubblici e solo recentemente i ristoranti si sono adeguati alle direttive europee dividendo, quando possibile, in aree fumatori e non.

Fatto è che l’Austria oggi è l’unico paese dell’Europa occidentale in cui fumare nei locali sia ancora ammesso ed anzi incentivato.

Una petizione online lanciata immediatamente dopo la divulgazione della notizia ha raccolto in 48 ore più di 10.000 firme, ma sono in molti a credere che questo tipo di iniziative serviranno a poco e che, comodamente seduti al bancone di un bar, di fronte ad una fetta di Sacher si potrà a lungo accendere una Marlboro con buona pace del personale di turno e degli altri ospiti.