MEDICINE VISIONI

Bisogna restituire alla scienza il suo desiderio di ricerca

Il dato è assolutamente attendibile, lo fornisce l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS): la medicina farmacologica cura meno del 20% della popolazione mondiale, e questa percentuale non è assolutamente la più longeva, né la più sana e felice.

La medicina tradizionale farmacologica si limita a considerare il 15% della materia che compone il corpo umano, ma tralascia completamente il resto dei componenti, cioè l’85% di acqua ed il 100% di energia, sia quella che il corpo assorbe, sia quella che emette.

D’altra parte la medicina olistica indiana, che cura una parte molto più consistente dell’umanità, fa l’errore opposto: cioè si basa esclusivamente sulle energie, trascurando la materia.

Un approccio alla scienza capace di tenere conto di tutto questo è raro.

In Occidente, da Newton in poi, l’affermarsi del principio che «tutto quello che non si può misurare, ripetere e riprodurre va rifiutato», ha portato ad oltre tre secoli di oscurantismo intellettuale, su cui molto hanno giocato e lucrato cosiddetti scienziati e potenti di turno, fenomeno evidentissimo anche oggi. Il progresso della scienza è così proseguito da un lato solo, quello materiale e lineare, senza essere mai completo.

Senza minimamente tenere in conto quegli elementi che la scienza orientale ha sempre considerato essenziali. Il fatto cioè che acqua, luce e suono sono tre degli elementi fondamentali per la vita, responsabili anche del benessere della materia, altro elemento essenziale, e quindi delle persone e di tutti gli esseri viventi.

Il fatto che le energie che emanano, o che semplicemente trasportano e modulano, incluso il calore, altro elemento essenziale alla vita, sono indispensabili per plasmare la materia e farla vivere nelle migliori condizioni.

Solo all’inizio del secolo scorso, con la scoperta delle onde elettromagnetiche, radio, cioè di forme di energia allora non misurabili, ripetibili e riproducili, si è ritornati a capire l’importanza di questi elementi nella vita e nella salute umana, e si è timidamente ritornati a considerare l’altro ramo della scienza, cioè quella osservazionale e quantistica, valido quanto quello lineare e matematico. Un ruolo fondamentale lo ha avuto la fisica, da Einstein, a Tesla, a Lam, quest’ultimo Nobel per la dimostrazione della fisica quantistica.

Mentre la scienza tradizionale, specie in Italia, ancora in gran parte ignora la quantistica, gli scienziati veri, invece, hanno compreso la sua importanza, ed hanno iniziato a dimostrare il nesso tra queste forme di energia (acqua, luce, suono, calore) e la materia, e soprattutto il loro ruolo fondamentale nello sviluppo e nel mantenimento del genoma, cioè del codice genetico scritto nel DNA di ogni cellula di qualsiasi organismo vivente, che rappresenta la memoria della cellula stessa, e che, una volta tradotto, ne permette la materializzazione.

In altre parole, la programmazione genetica materiale è in diretta connessione con le energie in cui le cellule sono immerse, e dalla loro interazione dipende non solo la costruzione e la vita delle cellule stesse, ma anche il modo in cui esse vivranno, se in salute ed armonia, o in malattia e sofferenza.

Il riduzionismo dell’attuale scienza meccanica non prende per esempio in considerazione che i biofotoni sono espressioni del campo elettromagnetico della luce Uva e visibile e che il loro rilascio da una cellula può dire lo stato di energia mitocondriale. Così, anziché alle relazioni tra epigenetica e genoma causate da alterazioni e disarmonie del campo elettromagnetico a cui prestano attenzione quanti stanno rinnovando le concezioni relative all’energia vitale ed ai corpi sottili che correlano l’informazione genetica all’epigenoma relativo all’ambiente, la tradizione biologica della medicina insiste nel ritenere e indurre i più a pensare che il cancro sia causato prevalentemente da difetti genetici. Per questo c’è la necessità di favorire un netto cambiamento della concezione riduzionista basata su una biologia meccanica ed una genetica nella quale l’informazione è deprivata della sua espressione elettromagnetica basata sulla trasmissione di biofotoni della luce e del suono.

Per tentare di spiegare e dimostrare l’importanza di tutto ciò, medici, fisici, chimici, biologi, ingegneri, insegnanti, ma anche artisti, pittori, ballerini, poeti, musicisti si sono dati appuntamento in un convegno che si terrà a Firenze nella Sala delle Feste della Regione Toscana, in via Cavour 18, giovedì 24 maggio, dalle ore 9 alle 18.

Persone di estrazione culturale totalmente diverse, ma collegate da un filo conduttore comune: l’aver capito l’importanza del collegamento imprescindibile tra l’energia e la materia, e come l’energia la possa influenzare e plasmare, tramite l’epigenetica, e viceversa.

Questo convegno – organizzato dalla Ong Egocreanet, un incubatore nato all’Università di Firenze per iniziativa del professor Paolo Manzelli – si propone di dare un contributo per tentare di aprire le menti e gli orizzonti della scienza e soprattutto delle persone che se ne occupano a vario titolo, indicando una strada ben precisa che andrebbe sempre percorsa, in ogni settore della vita dell’uomo, per aumentare veramente il benessere di tutti.

Nel corso del convegno – che vedrà la partecipazione di studiosi quali A. Ardito, D. Biganzoli, E. Boron, D. Borsacchi, F. Bottaini, F. Burgarella, M. Buzzi, A. C. Farnese, A. Marinelli, E. Narbone, A. Olivotti, F. Richeldi, V. Sgalambro, G. Terziani, E. Velicskov – si discuterà di che cos’è l’epigenoma, dell’acqua per la salute e il benessere, del ruolo della luce nel corpo umano e sua distribuzione, del suono e della morfogenetica, di medicina quantica, di arte e scienza, di musicoterapia, di yoga e canto.

Al convegno sono invitati i ricercatori e gli imprenditori interessati a presentare e finanziare progetti nel settore.

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