Nedo Fiano. Firenze, 22 aprile 1925. A soli 13 anni, nel 1938, dovette abbandonare la scuola perché di religione ebraica.
«Una condanna iniqua e assassina, questi provvedimenti ci caddero addosso come un macigno», ha detto ricordando che «non ci fu quella solidarietà che ci aspettavamo».
Fu arrestato a 18 anni, trasferito al campo di transito di Fossoli e il 16 maggio 1944 deportato, insieme con tutti i suoi familiari, presso il campo di concentramento di Auschwitz. «Non eravamo più quelli che eravamo saliti sul treno. Il viaggio ci aveva trasformati».
Poche ore dopo essere giunto nel Lager, fu separato dalla madre e venne subito a sapere che era stata uccisa, cremata e dispersa nel vento, insieme a tanti altri.
Trasferito alla fine della guerra a Buchenwald, fu uno dei soli 60 deportati su 581 a fare ritorno, e l’unico superstite della sua famiglia.
Nel 1949 si sposa con Rina Lattes, scampata alle deportazioni, dalla quale ha tre figli. Si iscrive alla Bocconi nel 1963, laureandosi nel 1968, malgrado i numerosi impegni lavorativi. Dà vita a una società di marketing e contemporaneamente inizia a portare la sua testimonianza in giro per l’Italia. È uno scrittore, ed è fra i più attivi testimoni dell’esperienza dell’Olocausto.
P.S. Un lettore ci segnala che la scheda relativa a Nedo Fiano contiene una dimenticanza alla quale, significante o insignificante che sia, ovviamente per completezza di informazione: dal 2 aprile 2011 Nedo Fiano è Gran Maestro Onorario dell’obbedienza massonica del Grande Oriente d’Italia. (D. P.)