Elisa Meli è una ragazza torinese che ha partecipato a due campi di volontariato di Lunaria e qui racconta la sua esperienza.
Immaginati di vivere due settimane in un castello medioevale immerso in un bosco incantato a nord della Germania, con persone provenienti da tutto il mondo, prendendovi cura di quel bellissimo castello che senza il tuo aiuto e di altri volontari sarebbe abbandonato e inutilizzabile.
Immaginati ancora di vivere qualche settimana in una casupola fatta a mano nella povera campagna ucraina, mentre con alcuni tuoi coetanei da tutto il mondo, i tuoi migliori amici per quelle settimane, aiutate a restaurare un piccolo museo tra fiori e risate.
Immaginati la felicità, il benessere e l’armonia con le persone, i fiori e l’amore per la vita.
Questo è quello che ho provato e vissuto partendo per i campi di volontariato in Ucraina e in Germania. Alcune persone mi chiedono perché abbia iniziato a fare volontariato, perché “lavorare gratis”. Onestamente quando ho deciso di partire per la prima volta l’ho sentito semplicemente come un bisogno personale.
Avevo il bisogno di conoscere, vedere e, soprattutto, vivere quello che c’era fuori da tutto quello che conoscevo; avevo il bisogno di guardare negli occhi una ragazza proveniente dalla Turchia e chiederle come vive da donna nel suo paese, di chiedere ad un ragazzo russo di insegnarmi qualche modo di dire della sua lingua e di dirmi cosa ne pensasse della storia del suo paese.
Avevo voglia di aiutare e, se è vero che non ho salvato la vita di nessuno andando a raccogliere la legna per gli ospiti del castello o rendendo più vivibile la veranda del museo ucraino, è anche vero che mai come alla fine dei miei campi di volontariato mi sono sentita più in pace con me stessa e con la voglia di urlare a tutto il mondo: «voi non avete idea di quanto siamo tutti uguali!».
Mai mi sono sentita di aver appreso tanto come nelle mie settimane di volontariato: ho conosciuto il punto di vista di un russo, una georgiana, un francese e una turca sulla situazione politica dei loro rispettivi paesi, informazioni preziose che non si possono trovare sui giornali; ho imparato a vivere in campagna utilizzando solo l’acqua del pozzo e, con mia grande sorpresa, la situazione non mi ha mai turbata ma anzi mi ha fatto rendere conto di quante comodità superflue ho in casa mia; ho imparato a conoscere meglio il legno e a usare gli strumenti per tagliarlo, a decorare in stile ucraino dei mobili e, soprattutto, a fare lavoro di squadra.
In tutto questo il mio lavoro è stato d’aiuto ad alcune associazioni no profit, quella italiana, Lunaria, che si occupa di promuovere degli ottimi valori, l’associazione tedesca che si prende cura di bellissimi castelli che altrimenti rimarrebbero abbandonati e l’associazione ucraina.
Se potete, partite! Andate ad aiutare le associazioni che lo richiedono, approfittate il più possibile di avere persone da altri paesi al vostro fianco per scardinare le vostre sicurezze culturali e avere nuove conoscenze che solo con esperienze del genere si possono avere, andate ad aiutare e a divertirvi.
Partite e poi quando tornate a casa, ditelo a tutti quanti che con la gentilezza, la disponibilità e la comprensione si può davvero affrontare qualsiasi barriera culturale.
Elisa Meli