Commilitone del caporale Hitler durante la prima guerra mondiale (sono entrambi arruolati nel reggimento “List”, uno dei più aggressivi dell’esercito tedesco), nazista della primissima ora (partecipa al Putsch di Monaco del 1923 ed in prigione collabora alla redazione del Mein Kampf), numero tre del Reich dopo lo stesso Führer ed Hermann Göring, il 10 maggio 1941, Rudolf Hess vola in Scozia da solo per paracadutarsi nelle campagne del Lanarkshire e raggiungere il castello del Duca di Hamilton.
L’aristocratico scozzese, considerato un fautore del dialogo con il Terzo Reich era appassionato di volo sin da giovane: aveva già al suo attivo una delle imprese aeronautiche più ambiziose del primo Novecento, la Houston-Mount Everest Expedition, finalizzata ad un’indagine dettagliata della regione dell’Himalaya e si trovava a Berlino nel 1936, in occasione delle Olimpiadi, in qualità di osservatore dei giochi. Qui, nel corso di una cena offerta dal governo tedesco in onore del contingente britannico offerta da von Ribbentropp, ambasciatore tedesco in Gran Bretagna e in seguito ministro degli esteri del Reich, fu presentato allo stesso Hitler ed ai principali esponenti del partito nazionalsocialista e invitato da Hermann Göring a visitare la Luftwaffe.
È dunque verso la dimora avita di questo nobiluomo più che simpatizzante per le croci uncinate, che Hess è diretto quando si paracaduta dal suo Messerschmitt Bf 110, modificato con due serbatoi di carburante aggiuntivi, atterrando vicino Eaglesham, alle 22.34, con qualche ferita ed il falso nome di Alfred Horn, sedicente amico del duca di Hamilton. Questi, informato del prigioniero, gli fece visita e, venuto a conoscenza della sua vera identità, contattò immediatamente Winston Churchill informandolo dell’arrivo di un uomo del Führer sull’isola. È in missione segretissima per conto del Reich, in cerca di un possibile accordo con il Regno Unito in vista dell’imminente attacco alla Russia? Oppure, come sosterranno le fonti ufficiali tedesche, in preda allo squilibrio mentale dovuto agli orrori della guerra, agisce di propria iniziativa per propiziare un utopistico tentativo di pace con l’Inghilterra che ponga fine al conflitto?
Gli storici propendono attualmente, sulla base di documenti rinvenuti negli archivi russi, per la prima ipotesi: Hess si sarebbe recato in Scozia per garantirsi il placet della Corona per l’invasione dell’URSS e, fallita la trattativa, si sarebbe finto pazzo per non scoprire il gioco del Führer. Sta di fatto che, arrestato ed internato in un campo di prigionia fino alla fine della guerra, nel ’46 siede fra gli imputati di Norimberga e, condannato all’ergastolo (si risparmia la pena capitale per non aver partecipato alla seconda fase del conflitto, quella della “soluzione finale”), sconta la sua pena nel carcere di Spandau, la prigione-fortezza di Berlino dove è rinvenuto cadavere il 17 agosto 1987: ha 93 anni, un cavo elettrico stretto intorno alla gola e, celato bene in petto, il segreto del suo volo scozzese.
Ma la sua figura è destinata ad essere ancora al centro di curiosità, venerazione e misteri: sepolto a Wunsiedel, in Baviera, nel 2011 la sua tomba viene smantellata ed i resti esumati in quanto la chiesa evangelica proprietaria del terreno decide di non rinnovare il contratto di affitto alla nipote, poiché la tomba era diventata meta di pellegrinaggi da parte di esponenti dell’estrema destra tedesca.
Così visse e morì il misterioso Parsifal del Terzo Reich, messaggero di una pace dalle ali insanguinate, che avrebbe voluto librarsi in volo sulle schiere degli schiavi (latini, slavi e naturalmente ebrei) previsti dal Nuovo Ordine Europeo hitleriano.