Costruito nei cantieri navali scozzesi Cunard e varato nel giugno del 1906, il transatlantico Lusitania, orgogliosa risposta britannica al Deutschland della Hamburg-Amerika Line, detiene per ben quattro volte, nei tre anni successivi, il record di velocità nella rotta verso New York, aggiudicandosi il Nastro Azzurro. Raffinati interni in stile goticheggiante, ascensori, una lussuosa sala da pranzo di prima classe in stile Luigi XVI, un primitivo impianto di condizionamento, doppi fondi e paratie anti-affondamento: con questo poderoso apparato, il 1° maggio del 1915, in pieno primo conflitto mondiale, la nave britannica salpa da New York diretta a Liverpool con a bordo 1.330 passeggeri, fra cui 159 americani, più l’equipaggio.
Nell’eccitazione che precede la partenza sono in pochi, si potrebbe giurare, a prestare attenzione agli avvisi che, affissi sui muri vicino agli orari di partenza, avvertono come l’imbarcazione, una volta entrata in acque britanniche, potrebbe essere soggetta ad azioni di guerra. Non per questo, infatti, il gigante veloce sospende il suo viaggio né rinuncia ad imbarcare persone e merci, fra le quali con ogni probabilità, granate pesanti, cartucce e munizioni varie destinate a sostenere lo sforzo bellico (e a infrangere lo status di nave passeggeri), forse dei lingotti d’oro e addirittura, si favoleggia, quadri di Tiziano, Rubens, Monet stipati nella cabina di prima classe di un ricco passeggero americano.
Giunto nei pressi delle acque irlandesi, nonostante abbia ricevuto già due avvisi che annunciano la presenza di U-Boot tedeschi nelle vicinanze e sia inspiegabilmente privo della prevista scorta dell’incrociatore Juno, il comandante Turner riduce la velocità a 18 nodi e si appresta ad entrare nel porto di Queenstown, l’odierna Cobh. Alle ore 14.10 del 7 maggio 1915, il transatlantico viene colpito da un primo siluro all’altezza del primo ponte e, a distanza di pochi minuti, a tribordo si registra una seconda esplosione non provocata dal siluro stesso, come si ricava dal rapporto del comandante tedesco Walther Schwieger, ma con ogni probabilità dalle munizioni caricate a bordo dello stesso transatlantico.
Inclinatosi di 15 e poi di 25 gradi, il Lusitania impiega solo 18 minuti ad affondare, mentre nello scompiglio generale vengono calate le scialuppe di salvataggio fra cui una, quella precocemente liberata dalle corde su iniziativa del passeggero Lhemann, rotola sul ponte inclinato provocando molti feriti fra i passeggeri in attesa di mettersi in salvo. Alla fine si conteranno più di mille morti e numerosi dispersi, fra i quali molti bambini.
In tutta Europa si scatena lo sdegno per il vile attacco alla nave passeggeri, mentre in America Theodore Roosvelt parla apertamente di atto di pirateria. Al processo, l’armatore ed il comandante William Thomas Turner vengono assolti: quest’ultimo accusa l’Ammiragliato, di cui all’epoca è primo Lord sir Winston Churchill, di non aver fornito la nave della scorta prevista in acque britanniche e non saranno poche, in seguito, le insinuazioni sul comportamento del futuro primo ministro, sospettato di essersi deliberatamente servito del Lusitania e dei suoi morti per provocare lo sdegno americano e spingere gli Stati Uniti ad entrare finalmente in guerra.
Recentemente, le ricerche finanziate dal miliardario americano Gregs Bemis, che nel 2004 si è aggiudicato la proprietà del prezioso relitto, sembrano dimostrare la presenza a bordo di quelle munizioni alle quali si deve, con ogni probabilità, la seconda e decisiva esplosione. Quanto al comandante tedesco Walther Schwieger, dopo aver affondato ben 49 navi britanniche, trovò lui stesso la morte in un’azione di guerra il 5 settembre del 1917, quando il suo U-88, inseguito dalla HMS Stonecorp, urtò una mina inglese al largo di Terschelling, in acque olandesi.