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La scogliera dei giganti che ispirò i Led Zeppelin

La Giant’s Causeway, nell'estremo nord dell'Irlanda, è una delle scogliere più spettacolari al mondo, che ha ispirato leggende su litigiosi giganti. Un luogo di struggente bellezza immortalato dai Led Zeppelin sulla copertina del disco "Houses of the Holy"
foto Giulia Caruso

Nell’estremo nord dell’Irlanda, là dove l’Atlantico si unisce all’Irish Sea, c’è un luogo incantato. Ci si arriva direttamente da Belfast costeggiando l’Atlantic Coastal Route, una strada punteggiata da castelli diroccati, antichi ponti sospesi sull’abisso e vecchie distillerie di whisky, in un paesaggio di struggente bellezza. È la Giant’s Causeway, una delle scogliere più belle del mondo. Una meraviglia formata da ben 40 mila colonne di basalto di forma ottagonale, modellate nel corso dei millenni dalla furia degli elementi.

Difficile credere che tanta simmetrica bellezza sia semplicemente opera della natura. È più facile pensare che sia piuttosto il risultato del lavoro di qualche misteriosa mano soprannaturale. La leggenda narra che in un’epoca il cui ricordo si perde nella notte dei tempi, da queste parti viveva Finn Mc Cool, gigante bonaccione, perennemente in lite con il suo dirimpettaio Benandoner, gigante prepotente che abitava dall’altra parte del mare, sulla costa scozzese, ma che Mc Cool non aveva mai incontrato di persona. Benandoner si divertiva a prendere in giro il gigante irlandese, urlando da una costa all’altra. Un bel giorno, il buon Finn perse la pazienza e decise di andare direttamente da Benandoner per dargli una lezione. Per attraversare il mare, costruì un sentiero utilizzando gli scogli che aveva a disposizione. A metà strada, però, si rese conto che la stazza del rivale era ben superiore alla sua. E così spaventato, ritornò correndo verso casa, inseguito da Benandoner. Nel frattempo, Oonagh, astuta moglie di Mc Cool, ebbe la geniale idea di avvolgere il povero marito in una coperta come fosse un neonato. Benandoner, rimase senza parole quando la donna gli mostrò che in casa c’erano solo lei e il suo bambino. Terrorizzato dalla mole del figlio, immaginò quanto fosse enorme il padre e non gli rimase che scappare verso la Scozia, distruggendo gran parte del selciato per evitare che Finn potesse raggiungerlo. Così sarebbe nata la Giant’s Causeway, oggi patrimonio dell’umanità che attira ogni anno migliaia di visitatori da ogni parte del mondo.

La ricerca scientifica parla invece di un evento naturale che ebbe luogo all’incirca 60 milioni di anni fa. All’epoca, infatti, la zona fu soggetta a un’intensa attività vulcanica. La lava, a contatto con l’acqua e l’aria, si raffreddò rapidamente creando le colonne esagonali basaltiche. Nello specifico, ci furono tre periodi di attività vulcanica che diedero luogo a diversi tipi di formazioni di basalto, Lower, Middle and Upper Basalts, e le rocce esagonali della Giant’s Causeway sono quelle formate nel Middle Basalts. Con il tempo e l’azione di mare e vento, alle rocce esagonali se ne sono aggiunte altre rotonde, oltre a una serie di formazioni laviche che si vedono ai lati della costa e della montagna. La zona fu scoperta ufficialmente nel 1693, ma solo nel 1771, la scienza stabilì che il fenomeno era stato originato dall’eruzione di un vulcano.

La copertina del disco dei Led Zeppelin

La magia del Selciato del Gigante, ispirò anche i Led Zeppelin che la scelsero come soggetto per la copertina dell’album, Houses of the Holy (1973): un paesaggio onirico, dai colori surreali, con decine di bambini biondi che si arrampicano sulle rocce esagonali della Giant’s. Il servizio fotografico da cui è stata ricavata la cover, è stato realizzato nel mese di novembre in condizioni climatiche estreme. Samantha e Stephen Gates che all’epoca avevano 5 e 7 anni, raccontano che, a dispetto della pioggia e del vento che soffiava forte, si divertirono tantissimo a lavorare come modelli per Jimmy Page e Robert Plant. Ma, forse, anche questa è una leggenda.