CRITICA LIBRI

Le trappole della malafede

Il racconto "Il muro" di Sartre mostra la natura insidiosa e difficilmente scovabile della malafede, che si annida anche là dove proprio sembra non esserci. E per questo è tanto pericolosa e potente.

Il racconto Il muro di Jean Paul Sartre narra un evento che appare di una sconcertante casualità ma, da un punto di vista interno, non lo è affatto.

Il protagonista, Pablo, prigioniero e minacciato di morte, vuole «morire pulitamente», moralmente puro. Tuttavia agisce in modo non del tutto pulito, tale da aprire uno spiraglio alla proprio salvezza. Coscientemente fa la scelta di non rivelare dov’è il compagno anarchico Gris, come gli è richiesto dai suoi aguzzini, indicando loro un posto diverso (il cimitero) da quello in cui sa che si trova (la casa del cugino). Sarebbe intollerabile infatti farlo morire. La coscienza, se lo avesse fatto, lo avrebbe poi rimproverato e tormentato dicendogli: «sei una spia, un traditore, un vigliacco, un verme».

Però, se Gris avesse assolutamente voluto salvare Gris, avrebbe fatto tutto quello che era in suo potere, avrebbe fatto il cento per cento di ciò che avrebbe potuto,  ossia non avrebbe detto proprio niente, sarebbe stato zitto. Invece, dicendo che Gris si trova al cimitero, si espone a una possibilità, magari una su un miliardo, che ora sia proprio lì, dopo esser stato a casa del cugino.

A mio parere Pablo ha scommesso, inconsciamente, su questa possibilità, la sua ultima speranza, per salvarsi. Una su un miliardo? Forse meno, forse una su un milione, perché, se ha detto cimitero invece di un altro posto, doveva essere un luogo meno inverosimile di quanto si possa pensare. Difatti Gris era proprio lì.

E allora, nella sua scelta, che a livello di coscienza vuol essere pulita, compare la macchia della malafede. Pablo dice a se stesso coscientemente: «sono pulito, voglio salvare Gris, per questo butto i nostri aguzzini fuori strada mandandoli al cimitero invece che alla casa del cugino». Ma ciò che veramente vuole viene fuori inconsapevolmente: cercare di salvarsi puntando su quella sia pur remota possibilità che Gris si trovi proprio al cimitero. Dunque Pablo non è pulito, profondamente non vuole salvare Gris ma vuole salvare sé.

In questo senso il racconto è di particolare interesse perché mostra la natura insidiosa e difficilmente scovabile della malafede. Essa si annida anche là dove proprio sembra non esserci. E per questo è tanto pericolosa e potente.