AMORE E DINTORNI CRITICA DIALOGARE IN PACE MOSTRE VISIONI

Se il perbenismo uccide la cultura

La situazione è grave, ma non è seria. Tocca tornare ai classici (Ennio Flaiano) per leggere il nostro presente che corre a passo di gambero verso un futuro che ha tutti i connotati di una caricatura del passato. E per questo più spaventoso. Ultimo caso, che spero ancora sia una sorta di esperimento sociale, una candid camera in cui poi qualcuno alla fine ci sfotterà perché ci abbiamo creduto, è quello della mostra Porno per bambini, prevista per il 13 dicembre e poi cancellata, in un locale milanese, la Santeria Social Club, che occupa uno spazio dato in concessione dal Comune di Milano vicino alla Bocconi. Fino alla deflagrazione del caso, dell’artista non sapevo niente e devo ringraziare per aver colmato la lacuna un comunicato del consigliere regionale della Lega Massimiliano Bastoni, così concepito: «Amore libero, immagini e disegni eloquenti, una mostra porno per bambini. Questo è quello che stavano organizzando all’interno di uno spazio comunale, se non fossero intervenuti alcuni cittadini di buon senso. Oggi stesso chiederò al sindaco di Milano, Sala, che venga interrotta ogni concessione a chi occupa spazi comunali e organizza questo tipo di eventi. È evidente ormai che certi personaggi trovano nella Milano con la sinistra al governo un terreno fertile per le loro schifezze. È ora di dire basta, mandiamo a casa Sala coi suoi “amichetti”».

Mi è bastato googlare pochi secondi, per scoprire che Porno per bambini è la firma di un artista brasiliano che vive a Milano e realizza illustrazioni dai tratti infantili a tema erotico, ironici, allegri. “Come se” fossero disegnati da un bambino. Non per bambini, quindi, ma rivolta ad un pubblico adulto. In un’intervista al blog “Darlin” l’artista spiega: «Avevo 10 anni quando ho iniziato a fare dei disegni un po’ porno e un po’ ironici. Anni dopo ho ritrovato quei disegni in un cassetto e ho deciso di riprendere l’idea da dove l’avevo lasciata. Ho scelto questo nome perché è una sorta di dialogo con il me stesso di 20 anni fa». All’ingresso della Santeria, che non è un asilo ma un locale polifunzionale con bar e atelier artistici, da sempre c’è uno dei suoi disegni più famosi, un cuoricino trafitto da un pene. L’altro disegno noto è un fantasmino in erezione. Robe così. Un porno gentile, per nulla violento, niente in confronto alle immagini di stupri di gruppo a cui sono esposti i nostri bambini ogni volta che vedono la pubblicità di una mutanda Dolce&Gabbana, per dire. Quello che invece è successo è che, prendendo alla lettera il nom de plume nonché titolo della mostra, ne è nato tutto un delirante dibattito sulla follia di concepire una mostra di pornografia per bambini.

Accanto ad una vasta platea di comprimari, leoni e leonesse da tastiera, è interessante la compagine trasversale di personaggi che si sono trovati tutti nella stessa trincea: vari esponenti della Lega, come detto, poi Forza Nuova, il cui leader Roberto Fiore ha scritto su Fb – riciclando la ricorrente fake news dell’Oms sponsor di pedofili – che «si tratta dell’ennesimo episodio di sdoganamento pubblico della pedofilia…. Chi crede che si tratti di una paranoia si sbaglia: basta leggere uno scorcio dello Standard per l’Educazione Sessuale in Europa dell’OMS, che raccomanda pure per i bambini dagli 0 ai 4 anni la masturbazione e il gioco del dottore, per quelli dai 6 ai 9 anni la visione di video porno. È in atto uno sdoganamento della pedofilia a 360 gradi che mira alla sua definitiva accettazione sociale». Una visione in singolare sintonia con quella della giornalista femminista Marina Terragni, molto impegnata nella battaglia contro l’utero in affitto e autrice di un libro Gli uomini ci rubano tutto, la quale inserisce la mostra in un quadro in cui «in tutta Europa lobby filopedofile stanno lavorando per abbassare l’età del consenso e i pedofili chiedono che la loro sigla venga considerata come sfumatura dell’universo rainbow».

Una specie di complotto insomma, contro cui è insorta anche l’associazione “Provita”, e di cui la mostra Porno per bambini sarebbe un ingranaggio. Né poteva mancare il sedicente filosofo Diego Fusaro, che ha parlato di “abominio della desolazione” e di “catechesi turbomondialista”, qualunque cosa voglia dire, che ora colpisce anche i bambini. Alla pubblica fustigazione ha partecipato anche la consigliera comunale del Pd, la musulmana Sumaya Abdel Qader, che ha parlato di «schifezza per la quale qualcuno dovrà dare non poche spiegazioni» salvo poi, dopo essere stata criticata e avvertita dell’equivoco, in qualche modo correggere il tiro: «Il titolo mi continua a fare schifo. Ho chiesto subito spiegazioni e mi è stato detto che è arte. Ok, questa arte non mi piace per nulla e il titolo lo reputo pessimo, e allora? (…) Poi ho capito anche che forse serviva per attirare l’attenzione. Cattivissimo gusto e modo di farlo. Beh, l’attenzione non è mancata mi pare. Ho guardato le vignette, molte non mi piacciono, alcune sono blasfeme, qualcuna divertente, qualcuna ambigua. Chiudo dicendo che nonostante non mi piaccia sta roba non condivido in nessun modo chi ha offeso e minacciato l’artista e i ragazzi della Santeria che fanno sempre interessanti attività, anzi condanno fortemente questi gesti».

Perché la morale di questa favola noir è che in seguito alle proteste di chi ha cavalcato con minore o maggiore lucidità l’ambiguità del “messaggio”, la mostra è stata cancellata, dopo che oltre alle critiche sono arrivate anche minacce di morte ad artista e organizzatori. A uno di loro ho detto che mi pareva un errore arrendersi, ma dall’altra parte del telefono ho sentito l’affanno di una persona spaventata: «Abbiamo paura, in questo clima non ce la sentiamo. Siamo tutti genitori, come si può pensare che volessimo fare una mostra pedopornografica?». Andrea Pontiroli, uno dei responsabili della Santeria, in un comunicato ha scritto che «se il sesso, nel 2018, è ancora un argomento di cui non si deve parlare, o che non si può mostrare perché offensivo e lesivo “del comune senso della morale” o se peggio, il semplice accostamento di due lemmi porno e bambini, giustifica l’accusa di pedofilia e pederastia, significa che c’è tanto bisogno di mostre simili e di continuare a parlare di argomenti tabù, smascherando ipocrisia e ignoranza, continuando il lavoro di emancipazione culturale che evidentemente in Italia si è fermato in qualche modo». Loro al momento ci hanno rinunciato e ogni traccia della mostra è scomparsa anche dal loro sito.

Tutto questo mondo alieno e variegato, modello bar di Guerre Stellari, che va dai neofascisti agli integralisti alla Pillon, dai provita alle femministe infuriate contro la lobby gay, segna così un punto a suo favore, con un atto di autocensura, obbligato da un clima che non è spiegabile semplicemente con «un’epidemia di analfabetismo funzionale», come ha argomentato sul Foglio, Antonio Guarrado. Picchiare e picchiare duro per colpire «l’orrore demoniaco nella Milano chic» (“Il Giornale”, sic). Quella Milano che sembra navigare controcorrente rispetto all’onda anomala del bigottismo, del sovranismo, del securitarismo, del razzismo, insomma di tutti gli ismi che a livello macro la strana coppia Lega-M5s ha riportato in vita, come zombie di un’altra epoca. Ecco, questa vittoria tetra nel cuore di Milano è un piccolo shock, che fa anche un po’ ridere, ma con un filo d’ansia.

Comunque per chi volesse, Porno per bambini si è tolto da Facebook ma resta visibile il profilo Instagram. Buona visione.

 

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