EDITORIALI VISIONI

Tessere e la Liberazione. Ecco, tutto qui

Una delle più belle canzoni scritte e cantate da Enzo Jannacci, poi anche da Mina, si intitola Ecco tutto qui ed è uscita nel 1979 nell’album  Foto ricordo. È tristissima, parla d’amore, di morte, di gioventù e prova a raccontare tante cose “difficili” in… una canzone, che è invece una cosa “facile” e, com’egli stesso scrive «e la canzone non dice».

Mi è tornata in mente pensando a cosa si potrebbe dire ai giovani di oggi, volendo parlar loro di Liberazione, quella che si festeggia oggi ancora dopo 74 anni, da quando “anche” molti giovani di allora si dettero anima e corpo per averla quella Liberazione: da un invasore straniero che dettava le sue leggi in terra altrui, da un regime che aveva per vent’anni abolito qualsiasi Libertà, da una guerra che aveva seminato morte, odio e paura. Paura, tanta paura, più di quella che ci viene martellata ogni giorno in testa, istillandoci odio e istigandoci alla violenza, preparandoci insomma alla guerra.

Mi è tornata in mente, non so come mai, pensando a quanto bella invece sia la pace, a quanto preferibili siano il dialogo, l’ascolto, la comprensione, la solidarietà, l’affetto, la fratellanza. Che nessuno ci ha regalato, qualcuno ha dovuto conquistarle anche per noi, giovani o vecchi che siamo. Sì, la “libertà”, anzi le “libertà”, di cui ancor oggi noi tutti disponiamo derivano da lì, da quella “Liberazione”.

Ne abbiamo avute altre, poi, di “Liberazioni”. Abbiamo per esempio “liberato” i nostri costumi, quelli sessuali per ricordarne uno, perché prima non era così scontato quello che oggi invece ci risulta ovvio, lecito, accettabile. No, per quasi tutto è occorsa una “Liberazione”, nessuno ha mai regalato niente. E di “Liberazioni” ce ne sono state tante altre dopo, in questi 74 anni.

Eppure si ha la sensazione, sgradevolissima per tutti, a volte quasi dolorosa, che di tanto ancora ci si dovrebbe “liberare”: dall’incertezza, dalla rassegnazione, dal senso di impotenza, dalla frustrazione, dal timore che tutto possa precipitare da un momento all’altro. E ancora, dall’invasione della plastica negli oceani, o dal fatto che ci sia sempre una “crisi economica” mentre la ricchezza si accumula nelle mani di un manipolo sempre più ristretto di potenti.

Ma come si fa ad essere giovani così? Che diavolo di giovinezza è una come questa? No, non mi riesce di rassegnarmi, non posso accettare “in silenzio” tutto questo, sento che c’è bisogno di ribellarsi, di “liberarsi” da quanto ci imprigiona dentro e da quanto ci imprigiona fuori.

Anche per questo è nata TESSERE che proprio oggi, giorno della Liberazione, torna on line dopo un breve periodo durante il quale abbiamo lavorato per  migliorare quello che stiamo facendo da ormai quasi tre anni, proprio nella convinzione che riuscire a “tessere” generazioni tra loro, o saperi di cui ciascuno custodisca il segreto sentendo di poterlo trasmettere all’altro, o culture, modi di vedere, passioni.

Speriamo proprio che il nuovo sito di TESSERE aiuti a “liberarci”. «Ecco, tutto qui», come cantava Jannacci, ma senza quella malinconia, quel triste finale. No, oggi è la Liberazione. Benritrovati qui.

 

La versione di Jannacci

La versione di Mina