AMORE E DINTORNI LEI VISTA DA LUI LUI VISTO DA LEI VISIONI

Voglia di sesso, senza neanche un caffè

«Io credo che un uomo e una donna siano le persone meno adatte a sposarsi tra di loro. Troppo diversi, capisci?» Confuso, indeciso, al limite della balbuzie, l’indimenticabile Massimo Troisi, nei panni di Tommaso, prova a spiegare a una esterrefatta Francesca Neri, la fidanzata Cecilia, perché non si è presentato al matrimonio, nelle scene conclusive del film Pensavo fosse amore e invece era un calesse. E la spiegazione dei motivi per cui le differenze tra un uomo e una donna sono tali da renderli incompatibili per la convivenza sono così convincenti, che alla fine anche la giovane mancata sposa, ancora in abito nuziale, è d’accordo con il quasi-marito. Si salutano in pace e fissano l’appuntamento per uscire a cena poche ore dopo.

Un film, un paradosso, un’esagerazione, una forzatura, come il titolo del best seller Le donne vengono da Venere e gli uomini da Marte, di John Gray, filosofo statunitense, esperto di psicologia relazionale.

Sono anni, come minimo da quando è esploso il movimento femminista, che ci si interroga sulle differenze tra uomini e donne: fisiche, biologiche, psico-sociali. Negli anni ‘70, la scrittrice Elena Gianini Belotti, si fece promotrice, attraverso libri, studi e ricerche di una nuova idea su quelle che oggi vengono chiamate “differenze di genere”, imputandole non alla biologia, ma all’educazione e ai condizionamenti culturali. Erano gli anni dell’emancipazione, poi sono venuti gli anni ‘80 e ‘90, è cambiato il contesto economico e sociale, le donne hanno definitivamente abbandonato il ruolo di “angeli del focolare”, gli uomini invece hanno provato a conservare il loro. Al cambiamento economico e sociale non si è associato quello culturale e il maschio sempre più disorientato, affiancato da donne abbastanza confuse, ha prodotto pian piano un lento e inesorabile ritorno al punto di partenza: le differenze fisiche e biologiche, la diversa conformazione delle volute cerebrali alla base del diverso modo di vedere le cose. Stavolta, nel nuovo millennio viene in supporto la scienza, non le teorie empiriche, ma il risultato non cambia e la relazione uomo-donna, anche quella solo sessuale, viene vissuta in maniera diametralmente opposta.

Il tema, non dal punto di vista scientifico, è stato trattato di recente dalla giornalista Elisabetta Ambrosi sul blog “Sesso & volentieri”, pubblicato sul “FattoQuotidiano.it”, in un articolo dal titolo Il sesso secondo gli uomini di oggi, quando hanno voglia loro e senza neanche offrire un caffè. Titolo provocatorio, tema trattato altrettanto provocatoriamente, una impietosa riflessione su un argomento destinato a rimanere senza soluzione, a meno che non si instauri il dialogo, sostiene John Gray, ma a quel punto la relazione è andata già oltre l’aspetto fisico. Senza alcuna pretesa di valore statistico e specificando che questa riflessione è limitata a situazioni di sua conoscenza, Elisabetta Ambrosi lancia il sasso nello stagno e traccia un quadro desolante, tanto desolante che, a giudicare dai 354 commenti, non ci si riconoscono né gli uomini né le donne. Allora vorrà dire che qualcuno mente.

Secondo la giornalista, la prima fase del contatto, oggi aiutata da chat e social è facilissima e uguale per entrambi i sessi. È semplice «entrare in contatto con una persona, esserne incuriositi, invitarla a chattare, cominciare a scambiarsi messaggi sempre più spinti. Su questo versante, gli uomini sono bravissimi (…). I problemi nascono dopo, quando si dovrebbe passare alla realtà, ai corpi concreti, alle emozioni meno digitali. Una buona parte di loro a questa fase non ci arriva proprio. Un’altra parte se ne va dopo il primo incontro. Quelli che rimangono, però, non sempre sono i migliori. Perché anche se iniziano una “relazione” sessuale, lo fanno con modi e criteri che spesso sono totalmente lontani dai desideri reali di una donna. E non perché le donne, come vuole uno stereotipo, puntino più sulle emozioni e meno sul sesso, ma perché – e questo invece sembra un luogo comune ma non lo è – desiderano il sesso esattamente come gli uomini, però riescono ad arrivarci solo attraverso certe emozioni».

Insomma, le donne secondo la Ambrosi, continuano a essere romantiche e si aspettano ancora un corteggiamento più tradizionale. Che tradotto agli stili di vita di oggi, significa sentirsi profondamente desiderate, entrare in una relazione fatta di tempi dilatati, dove le emozioni possano manifestarsi lentamente. E qui arriva l’affondo. «Se esiste una minoranza di uomini che tutto questo lo capisce e lo mette in pratica, la maggioranza non si comporta affatto così. Totalmente autocentranti sulle loro esistenze, certamente spesso complesse, gli uomini chiedono solo poche scocciature e molto piacere. Alle donne domandano di incontrarsi nei ritagli di tempo, ma quelli loro per lo più, non di lei, e di passare subito al concreto (…) A dir la verità, neanche di relazione si può parlare in questi casi, perché per questi uomini una relazione è già qualcosa di eccessivo».

La domanda a questo punto sarebbe: «E gli uomini?»

La risposta è nei commenti, moltissimi di uomini che dicono la loro e che dipingono un quadro per certi versi opposto a quello della blogger giornalista. Molti la accusano di raccontare, a colpi di luoghi comuni, una realtà che non esiste. Timidamente interviene anche qualche donna a raccontare la propria esperienza. Alla fine i commenti diventano un esilarante scambio di vedute tra frequentatori del blog, che a tratti sfiora la volgarità, con la palma del più simpatico a “Federospo” che chiosa «il romanticismo per le donne è quello che la pornografia è per gli uomini».

Ma la Ambrosi lo aveva detto che la sua riflessione era limitata alle sue conoscenze. E allora perché tutta questa animosità nei commenti? Due semplici spiegazioni: la prima è che è stata brava a provocare, la seconda è che, parafrasando Troisi, le donne e gli uomini sono troppo diversi e non dovrebbero stare insieme. Nemmeno in un blog. Oppure lasciarsi entrambi, finalmente, andare.

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