DIALOGARE IN PACE VISIONI

Christo, Buddha, Francesco e le ronde nazi

Brevissime note, buttate giù con urgenza, sui fatti più importanti di questi giorni che non sono i missili intercontinentali di Kim Jong-un (molto fumo e propaganda), bensì le ronde neonaziste che sfidano pubbblicamente non solo il governo ma tutto il vivere civile e democratico (anche se zoppicante) del nostro paese, e non solo. Accanto a questa terribile notizia c’è l’altra ed è la sfida all’intolleranza religiosa che il Papa sta portando avanti, nel nome di Francesco, in tutto il mondo.

Le grandi religioni sono state e lo sono ancora il grande motore per interminabili guerre e per gli orrori più crudeli di cui l’uomo sia capace. Ma le religioni sono impianti creati dagli uomini che tradiscono in modo evidente le basi teoriche dei loro padri fondatori perché il messaggio contenuto in esse è sempre stato un messaggio di pace e di tolleranza. È la mente di coloro che sono succeduti ai Padri Fondatori che hanno trasformato un messaggio di pace in un messaggio di guerra perché, come non si può imporre la democrazia così non si può imporre nessun altro valore, anche il più autentico e adamantino.

Quindi è nella vita interiore delle persone che possono albergare pace e tolleranza, ma sono forse innate? Penso proprio no! Occorre perciò una educazione profonda e costante fin dai primi anni di vita verso l’assimilazione di questi valori, quasi come poterli succhiare con il latte materno…: questo è il valore aggiunto della pratica buddhista.

Ma non solo occorre un’educazione profonda ai valori fondanti la coscienza individuale connessa all’umanità intera, occorre pure una chiara consapevolezza che l’evoluzione dell’essenza della cultura è fondamentale per l’evoluzione umana. Essa sola può infatti permettere di pervenire al parto della propria individualità e all’attuazione del proprio .

È questo punto che permette di rendere evidente la brutale mediocrità dell’ideologia nazista, la quale nega ogni valore fondante una trasformazione psichica e culturale, appiattisce la coscienza individuale e perciò collettiva in una dimensione regressiva e primitiva, a spese della trasformazione evolutiva della coscienza del singolo e quindi della società.

Le ronde naziste che sono riapparse nella vita pubblica nel silenzio timoroso e titubante della mentalità piccolo borghese che uniforma la maggior parte delle popolazioni europee, non sono forse il prodotto di questo timore, di questo perbenismo che cancella quella sana energia che chiede di alimentarsi nelle profondità dell’inconscio per risorgere come Individui? Maestri come il Budhha, Christo e mille anni dopo Francesco, non sono forse gli esempi più fulgidi delle possibilità e potenzialità umane? Non sono forse loro i Testimoni più visibili e manifesti di queste possibilità latenti in ciascun uomo?

Ronde nazi, il silenzio a destra intitola “la Repubblica” di oggi 30 novembre 2017. Ma è un titolo fuorviante perché il silenzio è generale, perché tutti sono occupati nei loro affari quotidiani, perché tutti preferiscono chiudere gli occhi sull’esempio di una classe politica che, ancora una volta, ha smarrito la strada e si è avvitata su se stessa nel tentativo perverso di salvare la propria esistenza e ragione di esistere, tradendo il mandato di chi aveva creduto. Ma, soprattutto, una classe politica che ha dimenticato, insieme al popolo che “rappresenta”, il grande pericolo per molti di noi di ritrovarci in «un mondo di morti e di larve. L’ultima traccia di civiltà era sparita intorno a noi e dentro di noi. L’Opera di bestializzazione, intrapresa dai tedeschi trionfanti, era stata portata a compimento dai tedeschi disfatti» (Primo Levi, Se questo è un uomo, Einaudi Editore, pag. 225)-

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