L’idea iniziale era stata di un professore di Economia, l’austriaco Emanuel Alexander Herrmann che pensava di utilizzare le cartoline postali, al posto delle lettere di maggior peso e quindi più costose, per la corrispondenza commerciale di poche righe.
La prima cartolina postale fu emessa il 1 ottobre 1869 dalle Poste dell’Impero Austro-Ungarico; si trattava di un cartoncino di colore avorio e forma rettangolare: su un lato si apponeva il francobollo e l’indirizzo del destinatario, sull’altro il messaggio che non doveva superare le venti parole.
Il successo fu immediato e già l’anno seguente, grazie al libraio Bernardeau de Sillé-le-Guillaume, nacque in Francia la prima cartolina illustrata con disegni. Fu la Svizzera invece, nel 1872, ad utilizzare per la prima volta le cartoline per pubblicizzare le bellezze naturali del proprio territorio al fine di incrementare il turismo. Grande diffusione ebbe anche un altro tipo di cartolina, la “Christmas card”, ideata dal pittore inglese Dobson per inviare gli auguri natalizi agli amici.
Ed è ancora inglese la modifica che rese, nel 1902, la cartolina simile a quella attualmente utilizzata: l’introduzione del divided back, cioè la divisione del retro in due parti, a destra vanno indirizzo e francobollo, a sinistra il testo del messaggio, mentre il frontespizio è interamente riservato alla fotografia.
In Italia la cartolina postale, o per esattezza la “cartolina postale di Stato”, fu introdotta nel gennaio 1874. Si trattava di un cartoncino rigido con stampigliato il profilo del Re e lo stemma Sabaudo; la tariffa postale era di 10 centesimi. Durante la Prima guerra mondiale le cartoline postali furono utilizzate anche per la propaganda militare, con illustrazioni che esaltavano le imprese italiane e irridevano al nemico. Negli anni Trenta e Quaranta, furono largamente utilizzate per propagandare il Regime fascista e le conquiste dell’Impero e, durante la Seconda guerra mondiale, furono messe in circolazione cartoline postali con il motto “Vinceremo”.
Nel secondo dopoguerra, con il boom economico e la diffusione delle vacanze estive, le cartoline divennero l’immancabile ricordo di spiagge, città d’arte e montagne, da inviare a parenti e amici, senza dubbio per salutarli ma anche per sottolineare il benessere raggiunto.
A partire dagli anni Novanta del XX secolo le cartoline sono state progressivamente sostituite da fotografie scattate col cellulare e condivise al pari di messaggi e saluti sui social neterwork, diventando oggetto da collezionismo, oppure “promocard”, da utilizzare senza affrancatura a fini pubblicitari. Tuttavia le cartoline esercitano ancora un certo fascino e i turisti, almeno i meno giovani, continuano ad acquistarle e magari anche a spedirle.
Per gli appassionati segnalo il Museo della cartolina “Salvatore Nuvoli” di Isera nel Trentino; chi invece volesse disfarsi di vecchie cartoline non esiti a contattarmi, le aggiungerò volentieri alla mia collezione!