IL NUMERO

110

Le microplastiche e le nanoplastiche sono frammenti piccoli e piccolissimi, fino al punto da essere invisibili ad occhio nudo, derivanti dalla frammentazione dei rifiuti di plastica. Leggerissime, possono essere trasportate dai venti ed ovviamente galleggiano sulla superficie dei mari; sono ormai così diffuse da costituire una sorta di plancton sintetico.

Una recente indagine ne ha misurato la costante presenza nel sale da cucina. Per quanto concerne quello nostrano, il dato peggiore misurato nei campioni italiani indica che in media vanno inavvertitamente ad aggiungersi alla dieta di un individuo adulto che non mangi sciapo, ma nemmeno troppo salato, circa 110 pezzetti l’anno. In Indonesia è stato misurato il dato peggiore: duemila all’anno pro capite. Una vera scorpacciata. Perché tra l’altro non si troverebbero solo nel sale, ma anche nei molluschi e nei pesci e poiché da questi ultimi vengono anche ottenute le cosiddette farine animali utilizzate negli allevamenti di ogni genere, le possiamo assumere anche mangiando pollame, bistecche e salsicce.

Temo un futuro insipido e vegano.