LA DATA

14 febbraio 1929

Il 14 febbraio, giorno in cui si festeggiano gli innamorati, si è compiuto a Chicago uno dei più sanguinosi regolamenti di conti nella malavita americana, passato alla storia come la strage di San Valentino. Il periodo era quello del proibizionismo, il divieto di vendita degli alcolici che arricchì la mafia americana, l’anno il 1929. Fu proprio la lotta per il controllo del mercato clandestino degli alcolici di Chicago, fra i boss mafiosi Al Capone, di origini napoletane, e l’irlandese George Bugs Moran, che portò al massacro. Moran aveva mostrato crescenti mire sul giro di affari di alcol, droga e prostituzione controllato da Al Capone e si era spinto fino a far uccidere un fedele membro della sua banda. Il 14 febbraio 1929 Morgan e un gruppo dei suoi furono attirati in trappola con la scusa di concludere un affare. La consegna della merce doveva avvenire in un garage di Lincoln Park; sul posto fecero irruzione, travestiti da poliziotti, alcuni uomini di Al Capone, che dopo aver disarmato i rivali li crivellarono di colpi. I morti furono sette, fra loro non c’era Morgan, che scampò per un colpo di fortuna all’agguato e fuggì dalla città. In molti sospettarono subito che il mandante della strage fosse Al Capone, ma le indagini non riuscirono a provarlo, anche perché aveva ben pensato ad un alibi di ferro: quel giorno si trovava a Miami per un interrogatorio.
La guerra fra bande nella Chicago di fine anni Venti è stata fedelmente ricostruita dal film Il massacro del giorno di San Valentino di Roger Corman  (USA 1967), ma nell’immaginario di tanti cinefili la strage viene soprattutto ricordata come incipit di una delle più divertenti commedie hollywoodiane, A qualcuno piace caldo (regia di Billy Wilder, USA 1959), in cui Jack Lemmon e Tony Curtis si aggregano travestiti da donne ad un’orchestra di jazz femminile per sfuggire ai gangster che li inseguono dopo che hanno assistito per caso al massacro nel garage.