LA DATA

15 luglio 1965

Sfatiamo i luoghi comuni. Matt Damon, solitario sopravvissuto in quell’immenso deserto rosso, se la cavò pure. Arnold Schwarzenegger cercò lì una risposta ai suoi sogni, per poi unirsi ai mutanti ribelli. Corrado Guzzanti vi portò i fascisti attraverso Il caso Scarfoglia, e peccato ne abbia lasciato indietro qualcuno. Dunque, l’uomo su Marte c’è stato, eccome. Finzione o realtà, poco importa. Così come è acclarato che i marziani la Terra l’hanno invasa, sin dal principio dei secoli, con alterne fortune. Da La guerra dei mondi di Wells e successivamente Spielberg, a L’invasione degli ultracorpi di Don Siegel fino all’esilarante Mars Attacks! del come sempre straordinario Tim Burton. Dall’antichità Marte ha occupato un ruolo fondamentale nell’immaginario collettivo e ha ispirato, oltre ai film, una considerevole quantità di canzoni, dipinti, romanzi. Come frontiera da raggiungere, confine da conquistare, alternativa ecosostenibile e colonizzabile alla disastrata Terra.

Tutta questa manfrina verbale semplicemente per ricordare che il 15 luglio 1965 la Terra ebbe realisticamente contezza di Marte, per la prima volta, grazie alle foto inviate dalla sonda spaziale statunitense Mariner IV.  Oggi il pianeta rosso è, di fatto, un affine vicino di casa. Nonostante milioni di chilometri lo separino dal nostro pianeta, i rover ci inviano quotidianamente immagini della sua superficie, sempre più precise.

Le nozioni scolastiche ci ricordano come Marte, anzitutto bellicosa e guerrafondaia divinità mitologica famosa per le sue conquiste, sia il quarto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole: visibile ad occhio nudo, è l’ultimo dei pianeti di tipo terrestre dopo Mercurio, Venere e la Terra. Le grandi quantità di ossido di ferro che lo ricoprono ne hanno determinato il soprannome, pianeta rosso. Di dimensioni intermedie tra la Terra e la Luna, presenta temperature che raggiungono anche i 120 gradi sotto lo zero. Due i satelliti naturali, Fobos e Deimos, probabilmente asteroidi catturati dalla gravità del pianeta.

Dopo la Mariner 4 nel lontano 1965, undici anni dopo toccò alle missioni missioni Viking I e II, ma non vennero rilevate tracce di vita o di composti organici in superficie. Dal finire dello scorso secolo Marte è stato nuovamente meta di numerose sonde, statunitensi ed europee. Il 14 marzo 2016 l’ESA ha lanciato il Trace Gas Orbiter (TGO) e il Lander Schiaparelli, parte della missione ExoMars, un progetto in cui l’Italia risulta essere il primo finanziatore e italiana è anche molta della tecnologia di bordo. Il Lander Schiaparelli ha tentato, senza successo, di atterrare il 16 ottobre dello stesso anno.

A tutt’oggi, insomma, le fotografie ci raccontano di Marte come di un mondo senza vita e senza i famosi canali e mari. Ma noi sappiamo, come dimostrato all’inizio, che le cose non stanno affatto così…