LA DATA

19 marzo 1973

Forse una piccola notizia, ma per Bologna fu un grande evento. L’esplodere di un conflittualità che ancora oggi persiste e che coinvolge l’intero tessuto sociale, le più disparate sensibilità, fazioni assai agguerrite. Per protesta contro il traffico il cuore della città, Piazza Maggiore e le strade circostanti, furono invase da migliaia di persone, tutta “gente in bicicletta” che protestava contro il traffico automobilistico. Anche il quotidiano locale, da sempre paladino del centro storico completamente aperto alle auto, “Il Resto del Carlino”, riportò l’evento con grande evidenza.

La manifestazione di sensibilizzazione e protesta fu sostenuta dalle stesse istituzioni, Regione, Comune e Provincia, e vide oltre cinquemila adesioni. «Non vogliamo soccombere alle orde motorizzate», era uno degli slogan più in voga.

Com’è finita? Da allora la battaglia prosegue senza sosta: tra zone a traffico limitato contestatissime, addirittura un referendum (era il1984) per la chiusura del centro storico alle auto, piste ciclabili che spesso scontentano tutti, T-days, assessori che hanno perso la poltrona per la “guerra delle due ruote”, cittadini contro che non se le mandano a dire.

A titolo di cronaca, ricordiamo che nel 2017 l’amministrazione comunale ha dato il via a una campagna di risveglio civico e di tolleranza zero verso le “cattive abitudini”. Tra queste, anche quelle dei ciclisti che viaggiano contromano, sotto i portici, passano col rosso o non danno la precedenza ai pedoni. E fioccano le multe…

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