IL NUMERO

19

Sono 19 i giornalisti sotto scorta in Italia perché minacciati di morte dai clan per aver fatto inchieste in cui denunciavano mafie, malaffare, corruzione, traffici criminali. Una vita a metà, con grandi limitazioni anche per i familiari dei cronisti, soprattutto i loro bambini. Minacce e limitazioni che però non scoraggiano questi giornalisti coraggiosi, che continuano a fare ogni giorno il proprio dovere, malgrado quotidianamente si registrino episodi che fanno capire quanto restino nel mirino.

Gli ultimi due episodi risalgono a questa settimana. Nei giorni scorsi la cronista di “Repubblica” Federica Angeli, già sotto protezione per le minacce rivoltele dopo le sue inchieste sui clan che gestiscono gli stabilimenti di Ostia, è stata destinataria di un proiettile fattole recapitare in un una busta alla redazione de “Il fatto quotidiano”. Angeli dovrà testimoniare il 19 aprile in un processo relativo al malaffare sul litorale ostiense e molti colleghi, oltre ai dirigenti della Federazione nazionale della stampa e dell’Ordine dei giornalisti saranno in aula insieme a lei per comunicarle vicinanza e non farla sentire sola.

La stessa “scorta mediatica”, oltre a quella assegnatagli dallo Stato, che continuerà ad accompagnare  il giornalista Paolo Borrometi, direttore del sito di notizie LaSpia.it, collaboratore dell’agenzia Agi e presidente dell’associazione Articolo 21. Due giorni fa la gip di Catania Giuliana Sammartino ha ordinato l’arresto dei due boss siciliani Salvatore Giuliano e Giuseppe Vizzini che progettavano un attentato esemplare per tappare per sempre la bocca a Borrometi.

In seguito a questi ultimi episodi è stato sottoscritto dai vertici degli organismi di categoria dei giornalisti e da diversi cronisti sotto scorta un appello promosso dal giornalista Sandro Ruotolo ai direttori e alle direttrici degli organi d’informazione affinché tengano accesi i riflettori sui fenomeni mafiosi in Italia con servizi e inchieste e partecipino nella settimana dal 25 aprile al primo maggio a un impegno straordinario di sensibilizzazione della popolazione. TESSERE, nel suo piccolo, ha già cominciato a illuminare questo cono d’ombra.