IL NUMERO

2.000.000.000

Due miliardi sono le persone che al giorno d’oggi non possono usufruire di acqua potabile, bene primario e fondamentale per l’essere umano.

Il risultato della ricerca, sotto la guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, è che l’acqua a disposizione di una buona parte di popolazione mondiale è inquinata, sporca e impossibile da consumare per via delle innumerevoli malattie a facile trasmissione che la infettano.

Maria Neira, a capo del dipartimento di sanità pubblica dell’OMS, afferma che attualmente a causa del liquido contaminato numerosissime persone si ritrovano a combattere contro colera, dissenteria, poliomelite e altri terribili mali. La dissenteria, lieve indisposizione fisica per noi occidentali, conduce alla morte più di 500.000 persone l’anno, in maggioranza nei luoghi più caldi del pianeta, come ad esempio le zone tropicali.

Nel 2015 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha formulato un programma umanitario per attenuare la povertà e fra le coordinate del piano spicca l’obiettivo di garantire l’accesso all’acqua potabile a tutti, indifferentemente da razza, etnia o grado sociale; tutti ciò a prezzi accessibili entro il 2030.

Purtroppo i buoni propositi non bastano: i finanziamenti sono esigui e non sono sufficienti per soddisfare i prerequisiti richiesti al fine di ottenere l’accesso all’acqua potabile e ai servizi sanitari a tutta la popolazione. Gli investimenti per realizzare il progetto sono 114 miliardi di dollari l’anno con l’aggiunta dei costi di manutenzione.

È indubbio che si tratta di una grande sfida, che necessita di grande impegno e collaborazione per poter essere realizzata. Riusciremo a raggiungere questo importante obiettivo?